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Le ricerche di Gerona 2005

(27-03-14) Gli agenti chimici intossicano il cervello dei bambini



I prodotti chimici industriali sono un pericolo per i bambini, e le loro tossine potrebbero causare un’epidemia di disturbi dello sviluppo cerebrale. L’allarme arriva da un articolo pubblicato su The Lancet Neurology da due dei maggiori esperti mondiali sul legame tra ambiente e salute dei bambini, che chiedono a tutti i Paesi di aggiornare le procedure di valutazione del rischio chimico. «Negli ultimi sette anni il numero di sostanze chimiche tossiche per lo sviluppo neurologico è salito da 6 a 12, mentre il numero delle sostanze chimiche note per danneggiare il cervello, ma non regolamentate per proteggere la salute dei bambini è passato da 202 a 214» spiega Philippe Grandjean della Harvard School of Public Health di Boston. Tali sostanze pericolose possono trovarsi in oggetti di uso quotidiano: abbigliamento, mobili e giocattoli, ma i regolamenti attuali sono inadeguati per salvaguardare i bambini, il cui cervello è particolarmente vulnerabile ai tossici ambientali. «Ci vuole una legge che obblighi i produttori a certificare che gli agenti chimici industriali, nuovi ed esistenti, siano stati detossificati o eliminati dai prodotti del commercio» riprende il ricercatore, citando come esempio la proposta Reach per la riforma della politica chimica europea approvata qualche anno fa. «Con Reach i produttori di telefoni cellulari hanno bandito i ritardanti di fiamma a base di bromo e quelli di cosmetici ftalati e muschi artificiali, per fare un esempio» continua Grandjean, sottolineando che è ormai ora di regole anche per i bambini, per evitare una futura pandemia di autismo, deficit di attenzione (Adhd), dislessia o paralisi cerebrale, con sofferenze e costi associati. «Il peso economico dell’avvelenamento da piombo tra i bambini negli Stati Uniti, per esempio, raggiunge già oggi i 50 miliardi di dollari, e quello per la tossicità da metilmercurio circa 5 miliardi. Ma questo potrebbe essere solo la punta dell’iceberg» ammonisce Grandjean, ricordando che la stragrande maggioranza degli oltre ottantamila agenti chimici industriali usati in Nordamerica non sono mai stati testati per verificarne gli effetti tossici su feti e neonati. «L'esposizione a queste sostanze durante lo sviluppo può provocare lesioni al cervello a concentrazioni molto più basse di quelle nocive per gli adulti» puntualizza il ricercatore. E conclude: «La nostra preoccupazione è che sia già in atto un’epidemia silenziosa tra i bambini di tutto il mondo esposti a sostanze chimiche tossiche non riconosciute, che stanno a poco a poco erodendone l’intelligenza, alterandone i comportamenti, pregiudicandone i risultati futuri nella vita e nella società, specie nei Paesi in via di sviluppo».

Fonti:
The Lancet Neurology, 2014; 13(3): 330-333
doctornews33

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