(02-04-14) Più anziani sono i padri, più i figli rischiano disturbi psichiatrici
L''avanzare dell''età paterna aumenta nei figli il rischio di disturbi psichiatrici e difficoltà scolastiche, dati coerenti con l''ipotesi che il tasso di mutazioni che si verifica durante la spermatogenesi sia correlato in modo causale con il tasso di morbilità riscontrato nella prole. Lo sostiene Brian D''Onofrio, ricercatore dell’Indiana university a Bloomington e coautore di uno studio pubblicato su Jama Psychiatry. «Ricerche precedenti indicano che l''avanzare dell''età paterna aumenta nei figli il rischio non solo di patologie psichiatriche quali disturbi dello spettro autistico, schizofrenia o disturbo bipolare, ma anche di deficit cognitivi e di apprendimento che si riflettono sul grado di istruzione» esordisce il ricercatore, precisando che secondo recenti studi di genomica l''età dei padri al concepimento è importante nel determinare il numero di mutazioni nella prole, suggerendo una via biologica di collegamento tra età avanzata del genitore maschio e disturbi dello spettro autistico. Partendo da questi presupposti i ricercatori statunitensi hanno esplorato l''associazione tra età avanzata del padre, disturbi psichiatrici tra cui quelli dello spettro autistico, deficit di attenzione/iperattività (Adhd), psicosi, disturbo bipolare, tentativi di suicidio, uso di sostanze, e la presenza di deficit dell’apprendimento scolastico, cioè voti scarsi e basso grado di istruzione. L’ampio studio di coorte ha coinvolto tutti i nati in Svezia nell’arco di 28 anni, cioè dal 1973 al 2001. I risultati? «I figli nati da padri con 45 anni o più al momento del concepimento avevano maggiori probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici e dell’apprendimento rispetto ai nati da padri con età compresa tra 20 e 24 anni» riprende il ricercatore. «I nostri risultati non solo suggeriscono che l''età paterna all’inizio della gestazione potrebbe rappresentare un importante fattore di rischio per numerosi problemi di salute pubblica, ma indicano con chiarezza che l’età avanzata del padre rappresenta sia un concreto filone di ricerca futura per le neuroscienze sia un importate fattore decisionale personale per il concepimento di un figlio» conclude D’Onofrio.
Fonti:
Jama Psychiatry. Published online February 26, 2014. doi:10.1001/jamapsychiatry.2013.4525
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