(30-04-14) La Bpco favorisce il decadimento cognitivo
(30-04-14) La Bpco favorisce il decadimento cognitivo
Negli adulti anziani la presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da oltre 5 anni può aumentare il rischio decadimento cognitivo lieve, specie per competenze diverse da quelle mnemoniche. Sono queste le conclusion di Balwinder Singh della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, coautore di un articolo pubblicato su JAMA Neurology. «La BPCO è una malattia progressiva caratterizzata da ostruzione cronica al flusso aereo e da una risposta infiammatoria anomala dei polmoni a sostanze nocive come il fumo di sigaretta» spiega il ricercatore, sottolineando che più di 13,5 milioni di adulti statunitensi soffrono della malattia polmonare. La cronica limitazione del flusso aereo può causare una riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue (ipossiemia) aumentando quelli di anidride carbonica (ipercapnia), condizioni che possono predisporre i pazienti a un aumentato rischio di decadimento cognitivo, come già emerso da studi precedenti. «In assenza di terapie neurologiche specifiche, l'identificazione precoce di fattori di rischio modificabili è importante per prevenire o ritardare l'insorgenza del decadimento cognitivo lieve, che può condurre a successiva demenza» riprende il ricercatore. Partendo da questi presupposti Singh e colleghi hanno esaminato l'associazione tra diagnosi e durata della BPCO e rischio di deterioramento cognitivo in una popolazione di soggetti anziani neurologicamente normali seguiti dal Mayo Clinic Study of Aging, uno studio osservazionale prospettico di coorte sull’invecchiamento cui hanno preso parte 1.425 individui tra 70 e 89 anni. All’inizio del follow up 171 pazienti avevano una diagnosi di BPCO e 370 hanno successivamente sviluppato decadimento cognitivo lieve. «I dati raccolti e l’analisi statistica indicano che la BPCO aumenta il rischio di decadimento cognitivo lieve, specie se presente da oltre 5 anni, in modo indipendente dal fumo di sigaretta» riprende Singh. E conclude: «I nostri risultati evidenziano l'importanza della BPCO come fattore di rischio per questo disturb e possono fornire un substrato per mettere a punto strategie d'intervento precoce per prevenire o ritardare l'insorgenza e la progressione del decadimento cognitivo che porta alla demenza».
Fonti:
JAMA Neurol. Published online March 17, 2014
doctornews33
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