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Le ricerche di Gerona 2005

(09-05-14) Benefici della vitamina D sulla salute? Niente di definitivo




Nonostante i numerosi studi sul ruolo della vitamina D nella salute umana, non è ancora possibile trarre conclusioni definitive circa i suoi benefici, almeno secondo gli autori di due meta-analisi pubblicate sul British medical journal, che suggeriscono ulteriori studi per ottenere dati finalmente certi. «Un crescente numero di indizi indica che la vitamina D riduce i rischi di molte malattie tra cui l’osteoporosi, la sclerosi multipla, le malattie autoimmuni, il cancro e le patologie cardiovascolari» dice Evropi Theodoratou, ricercatore al Centre for population health sciences dell’università di Edinburgo in Scozia e coautore del primo studio, che ha cercato di fare il punto sui benefici per la salute associati alla vitamina D, sia naturalmente circolante sia assunta mediante integratori. Ebbene, su 137 possibili effetti benefici solo 10 erano stati accuratamente valutati, e solo per uno di essi, il peso alla nascita correlato ai livelli di vitamina D della madre in gravidanza, emergevano evidenti benefici. «In altri termini, non siamo riusciti a trovare prove convincenti di un chiaro ruolo della vitamina D sulla salute umana» conclude il ricercatore, arrivando addirittura a ipotizzare che la vitamina D potrebbe non essere così indispensabile neanche nel mantenimento della densità minerale ossea. L’altra meta-analisi invece, coordinata dall'università di Cambridge e dal Centro medico Erasmus di Rotterdam, in Olanda, ha preso in esame il legame tra vitamina D e morte per malattie cardiovascolari, cancro o altre condizioni patologiche, analizzando i risultati di studi osservazionali e controllati. Dice Oscar Franco, professore di medicina preventiva all’Erasmus: «Durante follow-up medi compresi tra 3 e 7 anni, fra le persone che avevano ricevuto supplementi di vitamina D ci sono state 2.527 morti rispetto alle 2.587 osservate nei gruppi di controllo». Un'ulteriore analisi ha mostrato che, se somministrata da sola, la vitamina D2 non sembra ridurre il rischio di morte, mentre nei 14 studi che hanno valutato la vitamina D3 presa singolarmente, il rischio di morte è risultato dell’11% inferiore rispetto ai controlli. Ma anche in questo caso gli autori sottolineano la necessità di ulteriori studi per ottenere dati certi. E in un editoriale di commento anche Naveed Sattar della British heart foundation alla Glasgow university, chiede nuovi studi: «L'apparente beneficio della vitamina D3 sembra notevole, ma servono ulteriori dati sui potenziali rischi e benefici. Nel frattempo, per migliorare la salute e prevenire le malattie croniche, dovremmo attenerci a ciò che è provato: migliorare lo stile di vita e prevenire i fattori di rischio». 

Fonti:
BMJ. 2014 Apr 1;348:g2035. doi: 10.1136/bmj.g2035
BMJ. 2014 Apr 1;348:g1903. doi: 10.1136/bmj.g1903
BMJ. 2014 Apr 1;348:g2280. doi: 10.1136/bmj.g2280

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