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Le ricerche di Gerona 2005

(12-06-14) Alzheimer, a volte la memoria rimane?




La demenza di Alzheimer viene classicamente correlata con la perdita di memoria e addirittura le alterazioni della capacità di ricordare vengono considerati quasi patognomonici della malattia. Tuttavia, in oltre il 10 per cento dei malati la patologia potrebbe assumere caratteristiche di atipicità, senza il coinvolgimento dell'ippocampo e quindi l'interessamento della memoria. I sintomi in questo caso potrebbe interessare l'area visiva, il linguaggio o il comportamento e quindi risultare aspecifici, tanto da non far riconoscere la malattia. A lanciare questa provocazione, molto interessante sul fronte della pratica clinica, è una neurologa americana. Si chiama Melissa Murray e lavora alla Mayo Clinic. Secondo i dati presentati dalla studiosa riferiti a quasi 2000 autopsie di soggetti deceduti con diagnosi di malattia di Alzheimer, nell'11 per cento dei casi non si osservano danni all'ippocampo e quindi non si deve ipotizzare un coinvolgimento della memoria. Ancora una volta, quindi, si discute sulla presenza di forme atipiche di Alzheimer, che peraltro sono già state catalogate con successo. Ad esempio si sa che in caso di atrofia cerebrale posteriore possono esserci disturbi visivi e percettivi, con difficoltà a riconoscere volti e oggetti. In altre situazioni predomina invece l'afasia progressiva e in altre ancora il paziente appare estremamente apatico e presenta modifiche del comportamento, per coinvolgimento dell'area cerebrale anteriore.


FONTE: edott.it
 

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