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Le ricerche di Gerona 2005

(15-07-14) Grasso 'bruno' anche negli adulti: nuove speranze per diabete e obesità


Il grasso bruno si trova anche negli adulti. Questo particolare tessuto adiposo, che finora si riteneva fosse esclusiva dei neonati, non solo non scompare con l’età ma è anche molto plastico cioè con il freddo aumenta e con il caldo si riduce e invece di conservare energia, la brucia per creare calore.
Una funzione che può diventare un possibile bersaglio terapeutico per proteggere gli adulti da diabete e obesità. È il risultato dello studio ICEMAN (Impact of Chronic Cold Exposure in Humans) condotto dal gruppo del dottor Paul Lee del Diabetes, Endocrinology, Obesity branch del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, e pubblicato sulla rivista Diabetes.
Lee ha dimostrato che il tessuto adiposo bruno può essere modulato nella sua rappresentazione da uno stimolo fisico quale la temperatura ambientale. Lo studioso ha coinvolto nella sperimentazione 5 adulti sani e li ha esposti per 4 mesi a temperature ambientali ben definite. Durante il giorno queste persone continuavano a svolgere le loro normali attività ma di notte si recavano presso il Clinical Center del National Institutes of Health per l’esperimento.
Qui rimanevano almeno 10 ore in un ambiente a temperatura controllata: il primo mese a 24° (temperatura ‘termo-neutra’ dove il corpo non deve lavorare per produrre o disperdere calore), il secondo mese a 19°, il terzo mese di nuovo a 24° e l’ultimo mese a 24°.
Alla fine di ogni mese, i partecipanti allo studio venivano sottoposti ad una valutazione termo-metabolica all’interno di un calorimetro, una stanza termicamente isolata che consente di valutare il calore emanato dal corpo e quindi risalire alla quantità di energia 'bruciata' per produrlo. Venivano inoltre sottoposti a PET/TAC con stimolo del freddo per misurare la quantità di grasso bruno e a biopsie di tessuto adiposo e muscolare per valutare le alterazioni metaboliche.
È venuto fuori che la quantità di grasso bruno aumentava durante il mese con temperature notturne di 19° e diminuiva quando i soggetti dormivano a 27°. All’aumento di grasso bruno inoltre corrispondeva una maggiore sensibilità all’insulina. Lo studio ICEMAN quindi è la prima dimostrazione che la quantità di grasso bruno può essere indotta, cioè manipolata, anche nell’uomo attraverso uno stimolo ambientale, il freddo, che lo aumenta del 30-40%. E la scoperta potrebbe aprire nuove prospettive di terapia sia nell’obesità, che nel diabete, legato in particolare al fenomeno dell’insulino-resistenza.

Fonti:
Paginemediche.it
sciencedaily.com
Data pubblicazione mar, 01 lug 2014
Data ultima modifica mar, 01 lug 2014

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