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Le ricerche di Gerona 2005

(16-07-14) Il prediabete invade l’Inghilterra


La prevalenza di prediabete in Inghilterra è triplicata nel giro di 8 anni, secondo uno studio pubblicato online su Bmj open. «Più di un terzo degli adulti britannici sono prediabetici, una condizione in cui la glicemia supera i valori normali ma non raggiunge i valori diagnostici di diabete» diceRichard Baker, ricercatore al Department of health sciences dell’università di Leicester e coautore dell’articolo. In tutto il mondo molte persone hanno a loro insaputa il prediabete, che compare in presenza sia di un’alterata glicemia a digiuno (Ifg), sia di un’alterata tolleranza glucidica (Igt). Sia Ifg che Igt predispongono al diabete mellito di tipo 2, e il prediabete si associa sovente alla sindrome metabolica, che a sua volta correla con l’obesità. «Se non si fa nulla per fermare questa tendenza, la Gran Bretagna dovrà affrontare un forte aumento nella prevalenza del diabete, in quanto si stima che un prediabetico su 10 svilupperà una malattia conclamata» avvisa il ricercatore, che basa le sue conclusioni su un’analisi dei dati raccolti in Inghilterra dagli Health survey, indagini su base nazionale svolte negli anni 2003, 2006, 2009 e 2011, nonché sui risultati delle analisi dei partecipanti che hanno fornito un campione di sangue. «In tutto, si parla di oltre ventimila persone» puntualizza Baker. I dati raccolti mostrano che la prevalenza di diabete è passata dal 3,55% del 2003 al 5,59% del 2011. Ma ciò che stupisce e preoccupa è la prevalenza di prediabete, cresciuta nello stesso intervallo di tempo addirittura dall’11,6% al 35,3%. «Età avanzata, sovrappeso, obesità, ipertensione e colesterolo alto sono tutte condizioni associate a un rischio maggiore di prediabete, e metà dei partecipanti all’Health survey del 2011 con un indice di massa corporea superiore a 25 e più di 40 anni erano prediabetici» riprende il ricercatore. «È auspicabile che questi dati di prevalenza influenzino le future scelte di politica sanitaria» osserva Baker, sottolineando che in assenza di sforzi concertati ed efficaci per ridurre i fattori di rischio il numero di malati di diabete salirà vertiginosamente nei prossimi anni. 

FONTI:
Bmj Open 2014;4:e005002 doi:10.1136/bmjopen-2014-005002
doctornews33

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