(16-07-14) Il rischio di ictus cala mangiando proteine
Chi mangia più proteine con la dieta, specie provenienti dal pesce, ha meno probabilità di avere un ictus rispetto chi segue un’alimentazione a basso contenuto proteico, almeno secondo i risultati di una metanalisi pubblicata su Neurology. «Le nostre stime indicano che per ridurre il rischio servono 20 grammi di proteine al giorno» ha detto l'autore dello studio Xinfeng Liu della Nanjing university school of medicine a Nanjing, Cina, sottolineando che servono conferme da studi più ampi prima di sottoscrivere documenti di consenso con raccomandazioni definitive. La metanalisi ha esaminato le ricerche sul rapporto tra proteine nella dieta e rischio di ictus, selezionando infine sette studi per un totale di 254.489 partecipanti seguiti in media per 14 anni. «Nel complesso, i soggetti con la più alta quantità di proteine nella dieta avevano il 20% di probabilità in meno di essere colpiti da un evento cerebrovascolare acuto rispetto a chi seguiva un’alimentazione a minore contenuto proteico» sottolinea il ricercatore, precisando che nel valutare i risultati è stato tenuto conto di possibili fattori che potrebbero influenzare il rischio di ictus, come il fumo e il colesterolo alto. Ma non è tutto qui: dai dati emerge che per ogni ulteriori 20 grammi al giorno in più di proteine, il rischio di ictus diminuisce del 26%. «Se tutti mangiassero proteine in quantità simili a queste, ci sarebbero oltre 1,4 milioni di morti in meno per ictus ogni anno in tutto il mondo, per non parlare della riduzione dei livelli di disabilità dopo l’evento acuto» osserva Liu, rilevando che la metanalisi non conferma il legame descritto in precedenza tra un maggiore consumo di carne rossa e un aumento del rischio di ictus. «Ad ogni buon contro, i risultati indicano che il rischio di ictus può essere comunque ridotto sostituendo la carne rossa con altre fonti di proteine, come il pesce» conclude il ricercatore, spiegando che le proteine animali, più di quelle vegetali, sono in grado di ridurre la pressione del sangue, abbassando il rischio cerebrovascolare.
FONTI:
Zhizhong Zhang, et al. Neurology 2014; 83:1–7
doctornews33
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