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Le ricerche di Gerona 2005

(17-07-14) Le statine riducono l’attività fisica degli anziani




L’uso di statine negli anziani si associa a bassi livelli di attività fisica, secondo i risultati di uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine svolto alla Oregon state university e coordinato dal farmacologo David Lee, che afferma: «L'attività fisica è importante aiuta gli anziani a rimanere in buona salute, ma dolori muscolari, stanchezza e debolezza sono effetti indesiderati comuni in chi prende statine, e possono limitare le capacità fisiche». Gli autori hanno usato l’Osteoporotic fractures in men study per esaminare il rapporto tra attività fisica e uso di statine in sette anni di follow-up. L'età media dei 3.039 uomini inclusi nell’analisi era di circa 73 anni. Il 24% dei partecipanti usava statine prima dell’inizio dello studio, il 25% le ha iniziate durante il periodo di osservazione e il 48% non le ha mai prese nell’intero follow-up. A conti fatti, l’analisi dei punteggi derivati dai questionari sull’attività fisica dai pazienti mostra una media di 2,5 punti l'anno per i non consumatori e di 2,8 punti l'anno per i precedenti utilizzatori, un divario non significativo. Diversi, invece, i numeri di chi ha iniziato la cura durante lo studio: in questo casi i punteggi, confortati dalle letture degli accelerometri di cui i pazienti erano dotati, mostrano una significativa riduzione dell’attività fisica rispetto agli altri gruppi. «Le possibili cause potrebbero essere i dolori muscolari, noto effetto avverso di questi di farmaci, che peggiorano l’affaticamento muscolare riducendo la capacità di esercizio» ipotizza Lee, sottolineando la necessità di ulteriori studi sull’argomento. EBeatrice Golomb della university of California San Diego commenta in un editoriale: «Qualcuno potrebbe pensare che basti semplicemente promuovere una maggiore attività fisica negli anziani che usano statine. Ma questo approccio non è privo di potenziali pericoli tra cui le fratture, che vanno attentamente valutati tenendo in debito conto l’età, il genere, le comorbilità e lo stato funzionale di ogni singolo paziente». 

FONTI:
JAMA Intern Med. 2014 Jun 9. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.2266 
JAMA Intern Med. 2014 Jun 9. doi: 10.1001/jamainternmed.2013.14543
doctornews33

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