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Le ricerche di Gerona 2005

(25-07-14) In Cina aumentano gli infarti ma le cure non migliorano



Secondo uno studio pubblicato su The Lancet il tasso di ricovero ospedaliero per infarto miocardico con sopraslivellamento ST (Stemi), il tipo più grave di attacco di cuore, è più che quadruplicato in Cina tra il 2001 e il 2011. Lo studio, finanziato dal governo cinese, ha verificato le cartelle cliniche nonché i processi e gli esiti delle cure in 13.815 ricoveri per Stemi in 162 ospedali in tutta la Cina. I risultati? Le 3,7 ospedalizzazioni ogni 100.000 abitanti del 2001 sono diventate 15,8 nel 2011, senza alcuna significativa diminuzione nel tasso di decessi per Stemi nel decennio di studio. «La ricerca non è in grado di stabilire se il crescente tasso di ospedalizzazione dipenda da una crescente incidenza di attacchi di cuore o da un migliorato accesso agli ospedali» esordisce Jing Li dell’Accademia cinese di Scienze mediche di Pechino, sottolineando che il periodo di osservazione è stato caratterizzato da una crescente prevalenza di fattori di rischio cardiovascolari e che la Cina ha di recente intrapreso una riforma sanitaria per migliorare l'accesso alle cure. «I nostri dati dimostrano però che nonostante il miglioramento delle cure le lacune persistono» riprende il ricercatore. Sebbene l'uso di trattamenti efficaci come aspirina, clopidogrel e statine sia aumentato nel decennio studiato, altre terapie restano sottoutilizzate e solo metà dei candidati alla riperfusione riceve il trattamento, una percentuale che non migliora nel tempo. «I bisogni crescenti dei pazienti spingeranno gli ospedali cinesi ad aumentare le proprie capacità di cura formando il personale, sviluppando le infrastrutture e migliorando l'assistenza» aggiunge Li. E in un editoriale Gregg Stone della Columbia university di New York commenta: «La pubblicazione di questi dati è un passo importante verso il miglioramento della sanità in Cina, e dovrebbe essere vista come un’opportunità che potrebbe tradursi nel risparmio di centinaia di migliaia di vite. Affrontare le carenze individuate nell’accesso alla riperfusione e nella gestione delle terapie mediche è il preludio a un significativo miglioramento della sopravvivenza cardiovascolare, specie nelle zone rurali a bassa densità di ospedali». 

Fonti:
The Lancet. Published online June 24, 2014 http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(14)60921-1
The Lancet Published online June 24, 2014 http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(14)61033-3

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