(02-08-14) Germi alimentari: resistenze in calo per alcuni, in aumento per altri
Ci sono buone e cattive notizie sulla resistenza agli antibiotici da parte dei germi che causano malattie di origine alimentare, secondo un rapporto dei Centers for disease control and prevention (Cdc). I dati più recenti del Narms, National antimicrobial resistance monitoring system - Enteric Bacteria, un sistema di sorveglianza sanitaria pubblica statunitense che registra le resistenze antimicrobiche di origine alimentare e di altri batteri enterici, mostrano qualche progresso nella riduzione delle resistenze. «Ma purtroppo stiamo vedendo maggiori resistenze in alcuni patogeni come certe salmonelle» afferma Robert Tauxe, vice direttore della Divisione malattie ambientali dei Cdc di Atlanta, in un comunicato stampa. Ogni anno, le infezioni resistenti agli antibiotici da germi di origine alimentare causano circa 430.000 casi di malattia negli Stati Uniti, secondo il Cdc. E gli ultimi dati dell agenzia, a partire dal 2012, mostrano che il tasso d infezione da salmonella multiresistente, responsabile di circa 100.000 casi l anno di malattia, è calato nell ultimo decennio e che le resistenze a due importanti classi di antibiotici, le cefalosporine e i fluorochinoloni, restano basse. «Il rovescio della medaglia è che il tasso di resistenza ai chinoloni della Salmonella typhi, causa della febbre tifoide, è salito al 68% nel 2012. E ciò significa che questa classe di farmaci, uno dei trattamenti più comuni per la febbre tifoide, potrebbe aver perso di efficacia» riprende Tauxe. Ma un altra resistenza è alle porte: secondo i Cdc resistono al ceftriaxone, una cefalosporina, il 20% circa delle infezioni da Salmonella heidelberg, un sierotipo che in Italia è raramente responsabile di casi di enterite nell uomo mentre negli Usa ha una prevalenza più elevata specie in alimenti di origine animale e negli allevamenti avicoli. «E la resistenza al ceftriaxone rende le salmonellosi gravi difficili da trattare, soprattutto nei bambini» osserva il funzionario Cdc. Fra gli altri risultati: la resistenza del Campylobacter alla ciprofloxacina resta al 25% nonostante dal 2005 sia vietato nel pollame l uso dell enrofloxacina, un fluorochinolonico analogo al precedente. Per contro, la Shigella è resistente alla ciprofloxacina nel 2% dei casi, mentre arriva al 4% per cento per l azitromicina.
FONTE: http://www.cdc.gov/media/releases/2014/p0701-antibiotic-resistance.html
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