(13-08-14) Arterie già «anziane» nei ragazzini sovrappeso
Non hanno ancora sostenuto l’esame di terza media, eppure le loro arterie sono già “acciaccate”, più simili a quelle di un adulto non perfettamente in salute che a quelle di un ragazzino. Perché sono sovrappeso o obesi e i chili di troppo finiscono per irrigidire i vasi sanguigni, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e diabete una volta diventati adulti. Lo ha dimostrato una ricerca italiana pubblicata di recente sull’International Journal of Cardiology da un gruppo di ricercatori della Clinica Pediatrica e Cardiologica dell’università di Bari.
PESO E RESISTENZA ALL’INSULINAVito Leonardo Miniello e Marco Ciccone sono arrivati a questa conclusione analizzando approfonditamente 150 bambini e adolescenti con un’età media intorno ai dieci anni: oltre a valutarne l’indice di massa corporea, il girovita e parametri ematici come colesterolo, trigliceridi, insulinemia e glicemia, i due esperti hanno indagato lo stato delle arterie attraverso un’ecografia, per misurare lo spessore delle carotidi o il diametro dell’aorta. I risultati non fanno ben sperare sulla salute futura dei ragazzini con problemi di peso: al crescere dei chili di troppo, infatti, peggiorano le condizioni cardiovascolari generali. «Sappiamo che l’obesità, in particolare quella addominale, aumenta la probabilità di andare incontro a resistenza all’insulina (ovvero una condizione in cui l’organismo non utilizza l’insulina in modo appropriato e diventa man mano più difficile, in presenza di quantità normali di ormone, controllare i livelli di glucosio in circolo, ndr) - spiega Miniello -. La resistenza all’insulina, a sua volta, pur non dando alcun sintomo favorisce alterazioni del metabolismo dei lipidi, aumentando i trigliceridi e il colesterolo “cattivo” LDL che favorisce l’aterosclerosi; inoltre, la resistenza all’insulina è l’anticamera del diabete e comporta un aumento del rischio cardiovascolare. Per diagnosticarla si usa l’indice HOMA (Homeostasis Model Assessment), calcolato attraverso una formula matematica che tiene conto di glicemia e insulinemia a digiuno». Ebbene, nei ragazzini l’HOMA cresce all’aumentare del peso e per di più è connessa ad alterazioni evidenti dei vasi.
ALTERAZIONE DELLE ARTERIE
«Abbiamo valutato lo spessore della carotide comune, un marcatore predittivo di aterosclerosi generalizzata, il diametro dell’aorta addominale e l’elasticità dell’arteria brachiale - continua Miniello -. Ci siamo accorti che l’adiposità correla significativamente con alterazioni vascolari precoci nei piccoli pazienti: già in età scolare si osservano disfunzioni delle arterie, una sorta di maggiore rigidità che può compromettere la salute futura del sistema cardiovascolare. I nostri dati mostrano anche che il semplice calcolo dell’indice HOMA può servire a individuare i soggetti a rischio di sviluppare patologie cardiovascolari connesse all’insulino-resistenza. Se i processi aterosclerotici esordiscono così presto, come dimostrano i nostri dati, è nostro dovere combattere la “pandemia” di sovrappeso e obesità fin dalla giovane età riconoscendo bambini e adolescenti in sovrappeso, purtroppo spesso considerati soltanto “robusti”, per provare a intervenire e minimizzare le conseguenze negative che i chili di troppo nell’infanzia comportano sulla salute presente e futura». Perché se è vero che essere grassi da ragazzini pone le basi per parecchi problemi da adulti, è anche ormai tristemente certo che sempre più giovanissimi si ammalano prima di esser maggiorenni per la troppa ciccia: secondo dati della Società Italiana di Diabetologia, un bambino e un adolescente su cento soffrono già di diabete di tipo due proprio per colpa del sovrappeso e dell’obesità.
Fonte: www.corriere.it
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