(25-08-14) L’acido acetilsalicilico e i geni, un rapporto complesso
Da tempo si conoscono le attività antiaggreganti dell'acido acetilsalicilico, che viene quindi consigliato a basse dosi a molti pazienti potenzialmente a rischio di eventi cardiovascolari. Quello che non si sapeva, però, è che la stessa sostanza potrebbe veder ridotta la propria efficacia in questo senso nei portatori del gene che regola l'enzima Comt (catecol-O-metiltransferasi). Almeno per il gentil sesso, infatti, l'attività del farmaco potrebbe essere ridotta o addirittura arrivare a essere controproducente. A dimostrare questo effetto, e quindi a far ripensare alla reale efficacia del trattamento antiaggregante con questo farmaco, è uno studio apparso su Arteriosclerosis, thrombosis and vascular biology. Lo studio, condotto da un'équipe guidata da Kathryn Hall, ha preso in esame più di 23.000 donne seguite per dieci anni nell'ambito di un'indagine a doppio cieco. Le donne che presentavano una particolare variazione del gene Val158met che regola proprio l'enzima Comt, infatti, sono risultate protette dai rischio a carico di cuore e arterie. Nel caso in cui queste donne assumano acido acetilsalicilico, invece, questa protezione sarebbe ridotta: quelle che invece avevano un diverso profilo genetico potevano godere dell'attività protettiva prevista.
FONTE: edott.it
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