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Le ricerche di Gerona 2005

(03-09-14) Demenza e tumori: il nemico si chiama obesità




C’è un motivo in più per combattere l'obesità, specie tra i trentenni: non solo problemi cardiocircolatori e tumori sono da imputare al sovrappeso ma anche un maggior rischio di incorrere, in futuro, in patologie come demenza e Alzheimer. Per le persone anziane, invece, paradossalmente, l'obesità può avere un effetto protettivo contro questa condizione. A dirlo, uno studio curato da Michael Goldacre dell'Università di Oxford nel Regno Unito, recentemente pubblicato nel Postgraduate Medical Journal, rivista del British Medical Journal. Studi precedenti avevano associato l'obesità con un aumentato rischio di demenza, ma “non avevano guardato all'effetto correlato all'età”, spiegano i ricercatori. Il team ha analizzato i registri ospedalieri di tutta l'Inghilterra tra il 1999 e il 2011 identificando 451.232 persone obese. In particolare, si è scoperto che le persone obese di età compresa tra 30-39 avevano 3,5 volte in più la probabilità di sviluppare la demenza che gli individui non obesi della stessa età. Tuttavia, questo aumento del rischio si riduce con l'età. Le persone cinquantenni obese avevano un rischio di 1,5 volte più alto di demenza, i sessantenni di 1,4. Addirittura le persone obese a 80 anni avevano il 22% in meno di probabilità di sviluppare demenza e Alzheimer, ovvero, in età avanzata, il sovrappeso mostrava un effetto protettivo sorprendente.
Uno studio inglese ha invece posto in correlazione l’obesità con il rischio di ammalarsi di uno tra i 10 tumori più comuni. Si tratta del più grande trial mai condotto per indagare la relazione tra chili di troppo e cancro, che ha coinvolto in Gran Bretagna oltre 5 mln di individui seguiti per una media di quasi otto anni di follow up. Pubblicato su The Lancet, lo studio è stato condotto presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine. Gli esperti hanno correlato l'indice di massa corporea (Imc) di ciascun individuo coinvolto nello studio col suo rischio di sviluppare un tumore. In questa maniera gli epidemiologi hanno stimato che ogni aumento di Imc di 5 kg/m² è chiaramente legato a un rischio maggiore di cancro all'utero (+62%), di cancro alla cistifellea (+31%), ai reni (+25%), al collo dell'utero (+10%), alla tiroide (+9%), di leucemia (+9%). Un aumento dell'Imc aumenta anche il rischio di cancro del fegato (+19%), colon (+10%), delle ovaie (+9%), e del cancro al seno (+5%), ma solo in relazione all'età e al sesso dell'individuo; per esempio il rischio di cancro alla mammella aumenta solo dopo la menopausa.

Fonte: doctornews33

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