(05-10-06) Meno peso pi? salute
Parliamo ancora di obesit? e di alimentazione. Il motto scelto per l?Obesity day 2006, sesta Giornata nazionale di sensibilizzazione su sovrappeso e salute promossa dall?Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), sembra proprio un?esortazione necessaria, perch? non si riesce ancora a incidere a sufficienza rispetto all?educazione alla prevenzione, e l?obesit? ? tuttora sottovalutata mentre andrebbe affrontata e curata con un approccio integrato e multidisciplinare. Il problema non ? forse grave come Oltreoceano, ma bisogna correre al riparo anche da noi, se ? vero che il 33% degli italiani ? sovrappeso e il 9% obeso (questi ultimi solo dal 1994 al 1999 sono aumentati del 25%), soprattutto che ? troppo grasso circa il 20% dei bambini e adolescenti, con prevalenze che variano dal 12 al 32% a seconda delle zone, e met? di quelli obesi lo sar? anche da adulto. Ed ? un fenomeno d?importanza sia clinica sia socio-economica, considerando per esempio per il nostro paese una stima di costi diretti annui per l?obesit? e le patologie correlate di circa 22,8 miliardi, oltre la met? dei quali per l?ospedalizzazione: l?obesit? ? infatti una malattia cronica ed ? madre o fattore di rischio di altre condizioni oggi diffuse, come diabete, sindrome metabolica, cardiovasculopatie, tumori, patologia articolare, pancreatiti, steatosi epatica. A questo proposito ? stato anche ripresentato un disegno di legge dal senatore UDC Mauro Cutrufo per riconoscere gli obesi come portatori di handicap ai quali garantire diritti e servizi ad hoc.
Curare la nutrizione dall?infanzia
La Giornata dell?ADI, in collaborazione con Bracco, indetta il 10 ottobre, prevede l?accesso gratuito a 160 Centri del Ssn e convenzionati e Servizi di dietetica e nutrizione clinica interni a strutture pubbliche (l?elenco ? sul sito www.obesityday.org) per ricevere informazioni, documentazioni e questionari sull?argomento: da quelli delle edizioni precedenti il sovrappeso risulta ancora percepito pi? come problema estetico che di salute, e paradossalmente una preoccupazione maggiore per chi ? normopeso, oltre che soprattutto femminile; la dieta non ? considerata un atto medico e spesso non si basa su consigli professionali, un fai da te che riguarda anche i trattamenti; quasi met? poi non svolge attivit? fisica. L?allarme maggiore riguarda ovviamente i bambini, da noi come altrove: d?altra parte negli Stati Uniti l?obesit? infantile ? quasi triplicata dagli anni Settanta e si calcola che i baby consumatori siano bersagliati ogni anno da quattromila pubblicit? televisive di dolciumi, snack salati e bibite, cio? quel ?junk food? o cibo spazzatura che fornisce il 30% del loro apporto calorico giornaliero. In America, dove scarseggiano persino le possibili reclute per via dell?obesit?, lo stesso Congresso valuta interventi legislativi e si sono tentate iniziative come maggiore tassazione di alimenti tipo merendine, il divieto di venderli vicino agli edifici scolastici, la promozione dell?uso della bici per recarsi a scuola; i risultati finora sono scarsi e la controffensiva dell?industria alimentare forte: c?? per? chi vuole ?discolparsi?, come la McDonald?s che oltre a offrire cibi pi? sani contribuisce ora con due milioni di dollari alla ricerca anti-obesit?. Le strategie preventive come sottolinea uno studio del Congresso devono comunque puntare a un aumento delle conoscenze in tema di alimentazione per favorire l?acquisto informato, per s? e per i figli, e va coinvolta anche la scuola. In questo discorso si possono inserire idee come quella dell?Italian obesity network di realizzare ?ipermercati sostenibili? con percorsi salute dal parcheggio e pubblicit? di cibi mediterranei, o la formazione di chef nutrizionisti: l?importante ? contrastare la globalizzazione alimentare su modelli sbagliati.
Elettra Vecchia
Fonte: Conferenza stampa Obesity day del 14 settembre 2006, Milano, Circolo della stampa.
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