(26-09-14) Antiossidanti: una potente arma di prevenzione delle malattie
Migliorare la salute, allungare la vita attraverso l’alimentazione è un obiettivo che l’umanità insegue da millenni. Ed un ruolo chiave, secondo le ricerche scientifiche degli ultimi anni, potrebbero giocarlo le sostanze antiossidanti, capaci di contrastare la formazione nel nostro organismo dei cosiddetti radicali liberi, molecole o atomi particolarmente reattivi, capaci di attaccare altre molecole e danneggiare così le strutture cellulari.
Tra i composti antiossidanti più attivi che la natura ha nel suo armamentario vi sono i flavonoidi. Se ne conoscono oltre 4.000, presenti in diversi alimenti. È a loro che si deve, in larga parte, il caratteristico colore di piante, fiori ed alcuni frutti. Solo come esempio, sono i flavonoidi che danno il tipico colore scuro alle more ed ai frutti di bosco in genere. Ora è a questi composti che la ricerca medica si sta rivolgendo, con la speranza di scoprire un nuovo strumento di prevenzione delle malattie.
L’IRCCS Neuromed di Pozzilli è impegnato anche su questo fronte, con il Progetto europeo Athena che vede una collaborazione internazionale tra istituti di ricerca molto diversi tra loro, ma tutti accomunati dallo studio di queste particolari sostanze disponibili in natura, con una particolare attenzione alle antocianine, uno specifico gruppo di flavonoidi.
Si trovano in molti alimenti, ma soprattutto nelle arance rosse di Sicilia, nei mirtilli, nelle bacche di ribes, nei lamponi e nelle melanzane. Rosso e blu sono i colori che contraddistinguono i cibi ricchi di flavonoidi. Colori che la scienza indica come un potenziale aiuto per combattere le malattie croniche e degenerative.
Finanziato dalla commissione europea nell’ambito del settimo programma quadro, Athena è la continuazione del precedente progetto 'Flora', svolto nell’ambito del sesto programma quadro, che ha studiato la relazione tra consumo di flavonoidi e malattie croniche come quelle cardiovascolari e i tumori. Attraverso ricerche che hanno coinvolto dei volontari, Flora ha valutato gli effetti benefici di un consumo prolungato di flavonoidi su alcuni parametri di salute come quelli legati all’infiammazione e alla trombosi. Athena punta ora a fornire una conoscenza ancora più approfondita sul promettente legame che esiste tra le abitudini alimentari e l’insorgenza delle malattie croniche. I risultati aiuteranno a formulare accurate raccomandazioni alimentari e a disegnare valide strategie di salute.
Il terzo meeting di Athena che si è tenuto a Norwich, in Inghilterra, ha visto i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed contribuire a fare il punto sull’avanzamento degli studi di un progetto che ha già portato risultati molto promettenti, e che non ha dimenticato il profondo legame anche culturale tra l’alimentazione e la vita delle persone.
“Athena è una grande collaborazione internazionale – dice Maria Benedetta Donati, Responsabile dell’Unità Neuromed del progetto Athena - che vede la partecipazione di dodici gruppi di ricerca da Inghilterra, Germania, Olanda, Francia, Turchia e naturalmente Italia, che con ben sei gruppi fa la parte del leone. Tutti siamo impegnati nel conoscere a fondo queste molecole e gli effetti che possono avere sulla salute. C’è chi si occupa delle piante, sia dal punto di vista genetico che ambientale, alla ricerca di quei fattori che portano a sviluppare una maggiore o minore quantità di flavonoidi. C’è chi testa queste sostanze alimentari sugli animali. La nostra squadra al Neuromed è invece impegnata in una delle parti più affascinanti: dimostrare gli effetti protettivi dei flavonoidi negli esseri umani, nella loro vita reale”.
Tra i risultati che la collaborazione internazionale Athena ha già portato ce ne sono di estremamente interessanti, come la scoperta del gene responsabile dell’alto contenuto di antocianine nelle arance rosse di Sicilia. Una combinazione tra questo particolare gene ed il clima caratteristico della Sicilia porta a creare frutti così colorati, ma soprattutto salutari, che crescono solo in quella specifica area del mondo.
“Diversi studi – commenta Donati - hanno dimostrato che un consumo di succo di arance rosse riduce lo stress ossidativo nei pazienti diabetici, protegge il DNA dal danno ossidativo e può ridurre i fattori di rischio cardiovascolari nella stessa misura in cui avviene con altri cibi ricchi di antocianine. È chiaro quindi che le arance rosse rappresentano una risorsa importante per la salute e la prevenzione delle malattie. Una ricerca, quindi, attenta anche all’agricoltura ed alle tradizioni alimentari del Mediterraneo. Ma questo è solo un tassello della grande operazione scientifica nella quale è coinvolto il nostro gruppo. I passi successivi, che verranno discussi durante il meeting di Norwich, riguarderanno lo studio su volontari umani. E li faremo proprio qui. I volontari assumeranno cibi arricchiti di antocianine e poi saranno seguiti per valutare il loro stato di salute attraverso una serie di parametri capaci di dirci se l’azione preventiva di quelle sostanze sta effettivamente funzionando”.
Di antiossidanti si sente parlare continuamente, nelle pubblicità, in trasmissioni televisive, su giornali di benessere. Ciò che Athena, con la cruciale partecipazione del gruppo di ricercatori del Neuromed, vuole portare avanti è una maggiore comprensione dei loro meccanismi e della loro azione nel nostro organismo. Far uscire gli antiossidanti da quella che è un po’ moda e un po’ folklore. Farli entrare a pieno titolo nella scienza e, partendo da qui, stabilire i criteri attraverso i quali consigliare i cittadini su una corretta alimentazione.
“Ricordiamo – dice ancora Donati – che la salute viene da un intero stile di vita, nel quale la dieta va vista come un insieme. Non esistono, e verosimilmente non esisteranno mai, pillole magiche contenenti questa o quella sostanza. Non è questo il nostro obiettivo. Ciò a cui lavoriamo è capire l’azione che gli antiossidanti hanno sul nostro organismo quando vengono assunti grazie a cibi che ne sono ricchi. Facciamo un esempio: si parla sempre degli Omega-3, sostanze antiossidanti che, in una corretta alimentazione, dovremmo ricevere consumando pesce. Ma le quantità di pesce che vengono mangiate nella civiltà occidentale sono più basse di quelle che servirebbero. E allora proprio le piante possono arrivare in nostro soccorso. Uno degli studi condotti nell’ambito del progetto Athena ha infatti dimostrato che gli omega-3 contenuti nei vegetali (diversi da quelli del pesce), vengono trasformati in Omega-3 marini proprio dall’azione dei polifenoli contenuti nelle stesse piante”.
“Sono lavori di squadra come Athena – conclude Donati – che stanno facendo progredire le nostre conoscenze scientifiche. E questo progetto punta ad avere risultati rapidamente utilizzabili per migliorare la salute delle persone. Proprio nella filosofia in cui il Neuromed è immerso: una ricerca traslazionale, che dal laboratorio passi rapidamente ai cittadini”.
Una dieta rossa e blu
La ricerca scientifica è al lavoro per capire a fondo le varie categorie di antiossidanti ed i loro effetti sulla salute. Ma possiamo già arricchire la nostra alimentazione di antocianine inserendo nella dieta gli alimenti che ne sono ricchi. A occhio, si potrebbero riconoscere questi alimenti per via del loro colore rosso scuro o blu, ma ecco un piccolo elenco di quelli particolarmente ricchi di antocianine:
• melanzane
• arance
• more
• lamponi
• ciliegie
• ribes
• pompelmi rossi
• uva nera
• vino rosso
Fonti:
PAGINEMEDICHE.IT
Neuromed
Data pubblicazione gio, 18 set 2014
Data ultima modifica gio, 18 set 2014
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