(17-10-14) Altri disturbi somatoformi: ipocondria e patofobia
Sebbene siano classificati nell’ambito di disturbi somatoformi, l’ipocondria e la sua forma più grave, la patofobia, sono caratterizzati dall’assenza di sintomi somatici. Infatti, questi disturbi sono contraddistinti da una erronea interpretazione (un "misunderstanding") di uno stimolo fisico fisiologico o parafisiologico.
L’ipocondria è definita, infatti, come la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici, sebbene una valutazione medica completa non sia in grado di individuare una condizione medica generale che possa spiegare pienamente le preoccupazioni del soggetto.
Questo tipo di patologia, generalmente presente nel circa 7-14% delle persone che si recano dal MMG, si manifesta nella prima età adulta ed è accompagnata da altri tratti ossessivi, quali un’eccessiva precisione, meticolosità, rigidità e da una abnorme attenzione per i sintomi fisici.
Andamento della sintomatologia:
◾I sintomi lamentati possono coinvolgere diversi organi ed apparati (gastrointestinale, motorio, neurologico ecc.)
◾Polarizzazione su manifestazioni fisiologiche (es. ipotensione ortostatica) o sintomi vaghi e indefiniti (vertigini, mancanza di concentrazione)
◾Sintomi migranti di intensità oscillante, più intensi nei periodi di acuzie sintomatologica e più lievi durante le fasi di remissione parziale
◾I sintomi possono essere favoriti dal venire a conoscenza di una patologia dai mass-media o da colloqui con amici e conoscenti
Nel nuovo DSM-5 è stata abolita la categoria diagnostica separata di ipocondria. Si ritiene che il gruppo dei pazienti ipocondriaci sia in realtà eterogeneo e costituito all’incirca
1.Per tre quarti da pazienti con convinzione di avere una malattia sulla base della personale interpretazione di sensazioni fisiche i quali presentano anche sintomi fisici su cui concentrano le preoccupazioni per la salute
2.Per un quarto non hanno alcun sintomo fisico, per cui l’ansia riguarda soltanto il sospetto di avere una malattia medica seria.
I primi vengono classificato sotto la macro-categoria del disturbo da sintomi fisici che prevede i seguenti criteri diagnostici:
A.Uno o più sintomi somatici che provocano disagio o difficoltà significative nella vita quotidiana
B.Ideazione, emozioni e comportamenti eccessivi in relazione a tali sintomi somatici o in associazione con preoccupazioni per la propria salute. Almeno due delle seguenti caratteristiche devono essere presenti: 1.preoccupazioni persistenti e sproporzionati sulla gravità dei propri sintomi;
2.livelli elevati e persistenti di ansia sulla propria salute o sui propri sintomi;
3.tempo ed energie eccessivamente dedicate a tali sintomi o preoccupazioni
C.Anche se un sintomo può non essere presente continuativamente, la condizione sintomatica è persistente (tipicamente almeno 6 mesi).
Il restante gruppo di pazienti con preoccupazioni ipocondriache ma senza sintomi fisici viene classificato come 'disturbo da ansia di malattia' che prevede i seguenti criteri diagnostici:
A.Sintomi fisici assenti o, se presenti, solo di modesta intensità
B.Preoccupazione di avere o di contrarre una malattia seria. Se è presente una condizione medica o il rischio di sviluppare una condizione medica (per esempio, una importante anamnesi familiare), le preoccupazioni sono chiaramente eccessive o sproporzionate.
C.Elevati livelli di ansia per la salute e bassi livelli di soglia di allarme per la propria salute.
D.Comportamenti eccessivi (per esempio, controllare ripetutamente il corpo per scoprire segni di malattia) o di evitamento disadattivo (per esempio, evitare visite mediche e ospedali).
E.Anche se una specifica preoccupazione non è presente in modo continuativo, la condizione generale di preoccupazione è cronica (almeno 6 mesi).
F.Le preoccupazioni sulla salute non sono spiegabili da sintomi di un altro disturbo mentale come il disturbo da sintomi somatici, il disturbo di panico, il disturbo d’ansia generalizzata o il disturbo ossessivo-compulsivo.
A cura di:
Prof. Orlando Todarello
Prof. Ordinario di Psichiatria dell'Università degli Studi di Bari.
Presidente della Società Italiana della Psichiatria di Consultazione.
Fonte: paginemediche.it
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