(20-10-14) Edulcoranti sotto accusa, aumenterebbero il rischio di diabete
Saccarina, aspartame e sucralosio possono causare alterazioni metaboliche che
finiscono per aumentare la glicemia: il rischio è stato ventilato da uno studio
israeliano pubblicato su Nature e presentato al congresso, in corso in questi
giorni a Vienna, della European association for the study of diabetes.
I ricercatori hanno aggiunto i dolcificanti artificiali alla normale dieta di
topi di laboratorio, che hanno poi fatto registrare un aumento glicemico
significativo e sviluppato la condizione di prediabete, caratterizzata da
intolleranza al glucosio. Anche la flora batterica intestinale si è alterata e,
trapiantata su topi sani, ha provocato anche in questi ultimi un innalzamento
dei valori glicemici.
Il gruppo di ricerca ha poi continuato lo studio sul microbiota degli esseri
umani e ha rilevato una differenza notevole tra la i consumatori di
dolcificanti e il gruppo di controllo. Sono inoltre bastati quattro giorni di
consumo di dolcificanti da parte di chi non ne faceva uso per alterare il
microbiota e innalzare la glicemia.
Oltre all’autorevolezza dello studio, preoccupa il fatto che i dolcificanti
artificiali trovano ormai un ampio impiego nei cibi e nelle bevande scelte dai
consumatori per non ingrassare e raccomandati nei regimi ipocalorici. Finora,
gli approfondimenti sul tema avevano fornito risultati contrastanti e la
Società italiana di diabetologia è prontamente intervenuta, invitando a non
usare toni allarmistici.
«Non è il caso alimentare il panico tra la gente e neanche tra le persone con
il diabete – afferma il professor Enzo Bonora, presidente Sid – anche se certo
questi sono studi importanti, pubblicati da una rivista prestigiosa, come
Nature. Prima che questi risultati possano essere traslati in raccomandazioni
nutrizionali e portati nella pratica clinica, c’è bisogno di ulteriori conferme
e di riflessione. La Società italiana di diabetologia non ha mai raccomandato l’
uso dei dolcificanti al posto dello zucchero, perché piccole quantità di quest’
ultimo non sono bandite dalla dieta persona con diabete. I risultati di questo
studio confortano la nostra posizione».
Fonte: Renato Torlaschi
doctornews33
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