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Le ricerche di Gerona 2005

(24-10-14) Cannabis, tutti i rischi per la salute del corpo e del cervello



Il consumo prolungato di cannabis espone a un maggior rischio di patologie psichiatriche, come la schizofrenia o la psicosi. Lo ha accertato uno studio che ha esaminato 20 anni di ricerche, rilevando inoltre un maggior tasso di bronchiti croniche e un aumento del rischio di infarto in età adulta e nei giovani con cardiopatie non diagnosticate. I soggetti più a rischio di dipendenza e di conseguenze sanitarie sono coloro che iniziano l'uso della sostanza nell'adolescenza
Il consumo di cannabis ha avuto un incremento notevole negli ultimi 20 anni e attualmente la sua diffusione tra adolescenti e giovani adulti eguaglia quella del tabacco. Fortunatamente, anche la conoscenza degli effetti fisici e psichici di questa sostanza psicotropa è aumentata di pari passo. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Addiction” a firma di Wayne Hall, dell'Universita del Queensland, in Australia, traccia un quadro completo di queste conoscenze, grazie a una revisione di tutta la letteratura scientifica sull'argomento pubblicata tra il 1993 e il 2013.

La prima distinzione in tema di effetti sanitari della cannabis è tra uso occasionale e uso prolungato nel tempo. Nel primo caso, le prove scientifiche indicano che la cannabis non provoca overdose fatali. La mortalità che può seguire al suo uso è legata soprattutto alla guida di veicoli: il rischio d'incidente infatti raddoppia se il guidatore è sotto l'effetto della droga, e aumenta ancora di più se si associa all'abuso di alcool.

Nel caso di un uso regolare di cannabis, invece, uno dei rischi è di sviluppare dipendenza dalla sostanza, che secondo le statistiche riguarda un consumatore su 10. La percentuale sale però a uno su sei per chi inizia da adolescente. Inoltre, c'è una correlazione statistica con l'uso di altre sostanze, anche se non è stato stabilito il Molti studi in passato hanno riguardato il rischio di sintomi o disturbi psichiatrici con l'uso regolare di cannabis, rischio che risulta notevolmente incrementato e riguarda in particolare soggetti con una storia familiare per questo tipo di disturbi: la sostanza, in pratica, può rendere manifesta una malattia già geneticamente presente in forma latente.

I più esposti,

ancora una volta, sono coloro che iniziano il consumo di cannabis nell'adolescenza: l'uso regolare in questa fase della vita raddoppia il rischio di una futura diagnosi di schizofrenia o di sviluppo di psicosi nell'età adulta. E anche in assenza di una vera e propria patologia psichiatrica, il consumo regolare di cannabis da ragazzi può determinare nella vita successiva un deficit cognitivo - il cui grado di reversibilità non è noto - ed è correlato statisticamente a un minor livello di scolarità, benché non sia dimostrato un rapporto di causa-effetto.

Un altro legame studiato approfonditamente su migliaia di pazienti riguarda il consumo di cannabis e i disturbi cardiovascolari. In una ricerca durata quasi tre anni e condotta su circa 2000 pazienti, è stata riscontrata una proporzionalità diretta tra frequenza del consumo di cannabis e mortalità. In un altro studio su soggetti adulti colpiti da infarto del miocardio, è stato osservato che il rischio d'infarto quadruplica nell'ora successiva al consumo della sostanza. Un terzo risultato riguarda invece i soggetti in giovane età, in cui la cannabis può scatenare un infarto fatale in soggetti con problemi cardiaci fino a quel momento non riconosciuti.

A soffrire è anche l'apparato respiratorio: è dimostrato infatti che i fumatori di cannabis hanno un maggior rischio di sviluppare una bronchite cronica, mentre non è chiaro se il maggior rischio di tumori polmonari, riscontrato in alcuni studi, debba essere attribuito al fumo o in parte anche alla cannabis. Un altro effetto significativo è emerso recentemente per alcune forme di tumore dei testicoli, anche se si attendono nuovi studi per ulteriori verifiche di questa correlazione.

Per quanto riguarda infine il fumo di cannabis, anche occasionale, durante la gravidanza, è confermato che è associato statisticamente a una lieve riduzione del peso del bambino, ed è quindi fortemente sconsigliato. nesso causale tra i due tipi di abusi.

Fonte: http://www.lescienze.it/news/2014/10/08/news/cannabis_rischi_salute_corpo_cervello-2323136/?ref=nl-Le-Scienze_10-10-2014

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