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Le ricerche di Gerona 2005

(05-11-14) Strategie per trattare l’epistassi




Per curare l’epistassi i medici adottano strategie diverse, tra le quali la legatura arteriosa e l’embolizzazione, anche se quest’ultima comporta rischi e costi maggiori. Lo afferma Jennifer Villwock, ricercatrice del Department of otolaryngology presso la State university of New York e prima autrice di uno studio pubblicato su Jama otolaryngology head and neck surgery. «Circa il 60% della popolazione generale sperimenta prima o poi un sanguinamento nasale, con cause che vanno da quelle idiopatiche a quelle cancerose. Il 70% dei casi si verifica spontaneamente, circa il 6% di essi richiede un intervento medico o chirurgico, e meno dello 0,2% ha bisogno di un ricovero» dice l’otorino. La maggior parte delle epistassi, circa il 90%, viene dalla piccola area mucosa lungo il setto caudale vascolarizzata dal plesso di Kiesselbach, composto di rami provenienti dalla carotide interna ed esterna. Le emorragie da questo punto sono indicate come epistassi anteriori, ma le più difficili da trattare sono quelle posteriori, che si verificano solo nel 5-10% dei soggetti. In questi casi serve un approccio chirurgico aperto o endoscopico con legatura, cauterizzazione o embolizzazione dell'arteria coinvolta. «L’obiettivo del nostro studio era di confrontare la prognosi clinica delle due tecniche in termini di mortalità e incidenza di ictus e cecità, nonché i costi e la durata del ricovero in ospedale tra pazienti con epistassi trattati con embolizzazione, legatura e tamponamento» spiega Villwock. Tra il 2008 e il 2010 la ricerca ha valutato 57.039 casi di emorragia nasale, di cui il 53,3% è stato curato con tamponamento o cauterizzazione, il 4,7% ha subito la legatura di un vaso arterioso e il 3,4% l’embolizzazione. E le probabilità di avere un ictus sono risultate maggiori nei pazienti sottoposti a embolizzazione, che ha fatto registrare anche i più alti costi ospedalieri. «Sono necessari ulteriori studi prospettici per chiarire le variabili che influenzano la prognosi delle diverse strategie di trattamento per l’epistassi» conclude la ricercatrice.

Fonti: JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. Published online October 17, 2013. doi:10.1001/jamaoto.2013.5220
doctornews33

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