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Le ricerche di Gerona 2005

(24-11-14) IL CUORE DELLE DONNE E' PIU' FRAGILE




In continuo affanno per far quadrare vita familiare e lavoro, le donne non hanno tregua e lo stress è la loro compagnia quotidiana. I risultati, in termini di salute che scricchiola, si vedono: malattie un tempo declinate soprattutto al maschile, a cominciare da quelle cardiovascolari, colpiscono sempre di più (e prima) anche il sesso femminile. Forse anche perché l’impatto dello stress su cuore e vasi delle donne è peggiore del previsto: lo ha dimostrato un recente studio Usa pubblicato sul Journal of American College of Cardiology , secondo cui nervosismi e ansie hanno effetti molto diversi nei due sessi. 
LO STRESS ACUTO
Se esposte a uno stress acuto le donne tendono a farsi sopraffare molto di più da pensieri negativi rispetto agli uomini, con conseguenze cardiache che possono spianare la strada a infarti e ictus: il 57% manifesta infatti una riduzione dell’afflusso di sangue al cuore, contro il 41% degli uomini. Inoltre, sotto stress le piastrine femminili hanno la tendenza ad aggregarsi di più, con il rischio di formare trombi. 
«Lo stress psicosociale è un fattore di rischio noto per le malattie cardiovascolari e alle donne sembra chiedere un prezzo più elevato: provoca ad esempio eventi di maggior gravità - conferma Sabina Gallina, coordinatrice del gruppo di studio sulle Malattie cardiovascolari di genere della Società Italiana di Cardiologia -. L’effetto è ancora più evidente su chi appartiene a un ceto sociale basso, dove alle ansie “comuni” a tutto il sesso femminile si aggiungono il timore e la fatica di arrivare a fine mese. Senza contare che le donne sono più spesso colpite dalla depressione, che provoca un esaurimento psicofisico cronico molto negativo per il cuore». 
FATTORI DI RISCHIO
Perché lo stress è così nefasto per le donne? «Innanzitutto, perché riduce l’azione protettiva degli estrogeni sull’apparato cardiovascolare, facendole ammalare anche prima della menopausa - risponde Gallina -. Inoltre, le donne stressate hanno uno stile di vita di solito meno sano: fumano di più, mangiano peggio, sono più sedentarie, si curano meno rispetto a uomini con un analogo livello di affaticamento». «Peraltro - prosegue l’esperta -, questi fattori di rischio, comuni a entrambi i sessi, hanno un impatto peggiore sul genere femminile: il fumo altera i cicli ormonali e favorisce una menopausa precoce, aumentando il rischio di infarti e ictus; il diabete, sempre più frequente nelle donne, provoca più spesso conseguenze cardiovascolari rispetto all’uomo». Morale, le donne non sono affatto il sesso «forte» quando si parla di cuore, come si pensava in passato. 
EVENTI CARDIOVASCOLARI MORTALI
«Tutt’altro, anche perché essendo state trascurate a lungo dalla ricerca sappiamo poco sull’efficacia delle terapie tradizionali: dosaggi e metodi di intervento vanno messi a punto meglio - osserva Sabina Gallina -. Gli eventi cardiovascolari, inoltre, sono più spesso mortali e hanno esiti in media più gravi nelle donne rispetto agli uomini: per fortuna la situazione sta migliorando perché le conoscenze aumentano e i medici non sottovalutano più i sintomi “strani” riferiti dalle donne, spesso diversi dal solito (come cefalea o mal di schiena, ndr ). Oggi c’è maggiore consapevolezza e le diagnosi sono più tempestive». Anche dopo aver superato un infarto o un ictus, però, le donne restano più fragili: uno studio dell’European Society of Cardiology ha appena dimostrato che il rischio di depressione e ansia dopo un problema cardiovascolare è molto più elevato nel sesso femminile. Una su quattro, infatti, si ammala di un disturbo dell’umore, e questo compromette non poco le possibilità di ripresa. 
L’INIZIATIVA
I medici devono avere un occhio di riguardo per le donne, ma sono loro le prime a doversi rendere conto dei pericoli per la salute femminile. Come spiega Sabina Gallina, della Società italiana di Cardiologia (SIC): «La maggioranza delle donne teme di morire per un tumore al seno, ma i veri “big killer” sono infarto e ictus. Resta perciò da migliorare la percezione del rischio». «Per indagare quanto le donne italiane conoscano i pericoli cardiovascolari che le riguardano, la SIC, assieme alla Società italiana di Ginecologia e Ostetrica, sta conducendo uno studio, coordinato da Silvia Maffei della Fondazione Monasterio di Pisa — dice Sabina Gallina — . Nei consultori ginecologici stiamo distribuendo questionari a medici e pazienti per individuare i “punti critici” nell’informazione, e attuare così strategie precise per migliorare l’attenzione delle donne sul cuore».

FONTE: www.corriere.it

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