(03-12-14) Come l’orologio biologico incide sulla salute
La rivista Genome biology pubblica un lavoro italiano che studia l’adattamento genetico alle variazioni dei cicli giorno/notte e l’importanza di tale fenomeno per le malattie psichiatriche. Uno studio, nato dalla collaborazione tra Irccs Eugenio Medea, Fondazione Irccs Don C. Gnocchi e universitaÌ degli Studi di Milano ha analizzato le varianti nei geni che codificano per le componenti molecolari dell’orologio biologico umano. Gli autori sono partiti da dati di variabilitaÌ genetica per 52 popolazioni che vivono a diverse latitudini e da una considerazione semplice: gli esseri umani hanno avuto origine in Africa, in una regione vicino all’Equatore dove i ritmi giorno/notte sono piuÌ o meno costanti durante tutto l’anno e da qui sono migrati, raggiungendo latitudini dove le variazioni stagionali nella durata del giorno e della notte sono molto ampie. È possibile che, durante la migrazione che ha portato l’uomo a colonizzare il pianeta, il suo orologio biologico si sia evoluto per adattarsi a queste diverse condizioni ambientali? «Certamente, infatti la frequenza di molte varianti in geni che regolano il ritmo circadiano varia in base alla latitudine a cui vivono le popolazioni analizzate» rileva Manuela Sironi, responsabile del gruppo di ricerca del Medea. «Questo stesso fenomeno si osserva anche per varianti che predispongono a malattie psichiatriche». In molti casi, poi, gli autori hanno osservato una connessione funzionale tra tali varianti predisponenti e la regolazione dell’orologio interno. Il risvolto pratico di questa ricerca riguarda proprio le cosiddette ”cronoterapie”, ovvero la somministrazione di farmaci in precise ore durante la giornata. EÌ assai probabile che le varianti identificate nello studio modulino la fascia di massima efficacia per la somministrazione. Inoltre la terapia per alcune forme di depressione e disordine bipolare include la fototerapia (esposizione ad una luce intensa), proprio al fine di regolarizzare il ritmo circadiano. Anche in questo caso le varianti identificate potrebbero consentire la messa a punto di terapie personalizzate. Infine, molti studi hanno dimostrato che il rischio di sviluppare una malattia psichiatrica dipende anche dal mese di nascita. Se questo effetto fosse esercitato da un’interazione con l’orologio interno (come probabile), l’analisi genetica potrebbe consentire l’identificazione dei soggetti a rischio e forse, in un futuro, lo sviluppo di trattamenti fototerapici preventivi.
FONTI:
Genome Biology 2014, 15:499 (30 October 2014) - doi:10.1186/s13059-014-0499-7
doctornews33
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