(08-12-14) Ma serve sempre l’integrazione con polivitaminici?
Euromonitor International, istituto di ricerca inglese, dice che il mercato italiano delle vitamine vale quasi due miliardi di euro l'anno, con il nostro Paese che è al vertice in Europa per le vendite. In termini generali, le scelte dei cittadini si orientano soprattutto sui classici polivitaminici con minerali, per poi passare ai più classici integratori di vitamina C o del Gruppo B. Il problema, tuttavia, appare un altro. E' davvero necessario offrire all'organismo questi sostegni dall'esterno, senza pensare che l'alimentazione sia sufficiente ad offrire una congrua quantità di vitamina al corpo? Per le tredici vitamine oggi esistono dosi giornaliere raccomandate, ovvero le definizioni dei quantitativi minimi che ogni adulto dovrebbe assumere per soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero. E probabilmente, se non ci sono particolari quadri carenziali, l'alimentazione è sufficiente ad offrire all'organismo ciò di cui necessita. Secondo Laura Rossi, ricercatore del Centro di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma, esistono comunque due forme di integrazione possibile nel momento in cui si verifichino le condizioni per cui una persona va incontro a deficit vitaminici. La prima e più nota è la supplementazione, con pillole, l'altra la fortificazione vitaminica di alcuni alimenti.
FONTE: edott.it
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