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Le ricerche di Gerona 2005

(15-10-06) Obesit? infantile



Basta spostare le lancette indietro

Pi? che tornare alle abitudini alimentari del passato, la prevenzione dei disturbi dell?alimentazione si gioverebbe di un energico intervento sociale. A dirlo, nel corso della manifestazione ?Squisito? a San Patrignano, i ricercatori dell?Isa-Cnr. Tra i dati presentati, quello sul rapporto tra abitudini alimentari dei bambini e scolarizzazione delle mamme. L?obesit? e i disturbi dell?alimentazione non sono problemi esclusivamente sanitari e ignorarne le implicazioni socio-culturali riduce il successo di qualsiasi intervento di prevenzione. ?Stiamo parlando del toxic environment, l?ambiente in cui viviamo e che paradossalmente ? il pi? adatto allo sviluppo di sovrappeso e obesit??, spiega Gianvincenzo Barba, ricercatore dell?Istituto di scienze dell?alimentazione del Cnr di Avellino, che ? intervenuto al convegno ?Il piatto piange, il ruolo dell?educazione alimentare?, svoltosi oggi a San Patrignano nell?ambito della manifestazione ?Squisito!?.

?L?elevata disponibilit? di alimenti ad alto valore energetico e basso potere saziante, come bevande zuccherine e snack dolci o salati? aggiunge Barba, ?ha sicuramente un impatto sullo sviluppo di obesit? se associato a scarsa attivit? fisica, condizionata da svaghi attraenti ma sedentari, e da un disegno urbano non favorevole ai ragazzi. Ignorare la complessit? dell?ambiente significa non affrontare le cause principali di cui l?obesit? sembra essere espressione?.

Complessit? e cause analizzate dal progetto ARCA, uno screening dell?obesit? infantile realizzato nella provincia di Avellino da Isa-Cnr e altre istituzioni su un campione di oltre 4.000 bambini tra i 6 e gli 11 anni: ?Abbiamo identificato alcuni aspetti ?ambientali? caratteristici: il consumo di fuoripasto ad elevata densit? calorica ? prevalentemente extra?scolastico e le bambine mostrano una maggiore difficolt? di accesso allo sport rispetto ai bambini? precisa il ricercatore. Indicativo, poi, il rapporto tra abitudini alimentari e titolo di studio materno: il consumo di frutta aumenta partendo dal 40 per cento dei figli di mamme con licenza elementare, per salire al 45 di quelli la cui mamma ha un diploma di media inferiore, al 55 di figli di mamme diplomate alle superiori, fino al 58 per cento dei figli di laureate; inversa la tendenza per le merendine (45% figli di mamme con licenza elementari, 33 medie, 24 superiori e 21 laureate) e di bevande zuccherine (16% elementari, 7 medie, 4 superiori, zero tra i figli di laureate).

?Attenzione, per??, avverte Barba, ?poich? non sappiamo quante di queste risposte siano condizionate, nel target dei figli di genitori pi? scolarizzati, dalla conoscenza della risposta ?giusta?. Un dubbio che si lega a quello sulla effettiva incisivit? delle campagne di informazione che conduciamo, forse troppo rivolte al segmento di popolazione pi? colto e quindi tendenzialmente gi? informato?.

Inoltre, sebbene l'analisi sia in corso, le prime indicazioni suggeriscono che i bambini tendono a consumare porzioni sempre maggiori, pari spesso a quelle di un adulto. E? stato poi osservato che in et? infantile l?immagine corporea associata dai genitori ad un buono stato di salute ? diversa per i bambini e le bambine. ?I genitori sembrano preferire una ?maggiore rotondit?? per le femmine rispetto ai maschi: il problema ? che queste bambine, una volta divenute ragazze, verranno spinte al raggiungimento di un?immagine corporea opposta, snella talora sino all?eccesso.

E? questo uno degli esempi paradigmatici di come l?obesit? infantile, e i disturbi dell?alimentazione in generale, si leghino al disagio che bambini e adolescenti vivono nel corso della delicata fase dell?accrescimento?, spiega Barba, illustrando quale esempio una indagine della rivista americana Jama sull?indice di massa corporea, cio? il rapporto tra peso e altezza (kg/mq), delle Miss America: partito negli anni ?50 con valori intorno a 24, decresce intorno al 20 alla met? e soprattutto alla fine degli anni ?60 (quando esplode il fenomeno Twiggy, la magrissima modella britannica), per crollare dagli anni ?70 su valori intorno e spesso inferiori a 18, che l?Organizzazione mondiale della sanit? indica quale limite della malnutrizione.

Anche per questo ? opportuna una prevenzione non limitata agli individui ad alto rischio, ma un?iniziativa che, come il progetto Arca, coinvolga scuola, famiglia e amministrazioni locali, per agire sul contesto sociale e consolidare una educazione alla salute ?multilivello? e pianificata sulle esigenze del territorio.

Fonte: giornaletecnologico.it

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