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Le ricerche di Gerona 2005

(20-12-14) Obesità materna legata a una maggiore probabilità di obesità per i figli maschi rispetto alle figlie femmine


presentato al convegno annuale della Obesity Society e della American Society for Metabolic
Secondo uno studio condotto dall’Arkansas Children’s Nutrition Center e dall’Arkansas Children’s Hospital Research Institute di Little Rock, i figli maschi nati da madri obese acquistano un’adiposità significativamente maggiore dopo l’età di due anni rispetto ai maschi nati da madri magre o sovrappeso. Questi dati, presentati nel corso della Settimana dell’obesità (Obesity Week) tenutasi in novembre a Boston, sono coerenti con numerosi studi sperimentali che dimostrano che la programmazione materna ha un effetto più marcato sulla prole di sesso maschile. 
La dott.ssa Aline Andres, professore associato del reparto di Pediatria della University of Arkansas for Medical Sciences, insieme ai colleghi, ha utilizzato una tecnologia che tiene conto sia della percentuale di grasso corporeo sia della densità minerale ossea per valutare in che modo figli maschi e femmine nati da madri obese siano stati influenzati in un periodo di valutazione di sei anni. 
“Le nostre scoperte confermano ciò che è stato dimostrato nei modelli animali anche per gli esseri umani, ovvero che l’obesità materna ha un impatto maggiormente significativo sulla composizione corporea dei maschi rispetto alle femmine”, ha affermato la dott.ssa Andres. “I maschi nati da donne obese hanno in media dal 4% al 5% di grasso corporeo in più in età compresa tra due e sei anni rispetto ai maschi nati da madri magre o sovrappeso. Tale differenza non è stata osservata per le femmine. Per quanto ne sappiamo, si tratta del primo studio che identifica questo dimorfismo sessuale della composizione corporea in uno studio clinico a lungo termine”. 
Secondo i ricercatori, se gli studi futuri confermeranno questi risultati preliminari, gli interventi sull’obesità infantile potrebbero dover differire per maschietti e femminucce. Inoltre, sono necessarie ulteriori ricerche con misurazioni longitudinali aggiuntive della composizione corporea della prole per stabilire se queste tendenze proseguiranno in età adulta.

FONTE: univadis.it

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