(06-01-15) Morte cardiaca improvvisa nei giovani atleti: difficile prevenirla con screening
La morte cardiaca improvvisa di un giovane atleta è un evento raro, ma oggetto di notevole attenzione da parte dei mezzi d’informazione stimolando, quando avviene, accesi dibattiti sullo screening cardiaco prima dell’inizio dell’attività sportiva. Ma tenuto conto delle criticità che l’esame sottintende, sottoporsi a esami per la diagnosi precoce delle cardiopatie deve essere per i giovani atleti una scelta non obbligatoria, ma volontaria, e lo screening andrebbe svolto da medici esperti in grado di comprendere appieno l'adattamento cardiovascolare durante l’esercizio intenso. Questo è quanto conclude uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine e coordinato da Sabiha Gati del Department of Cardiovascular Sciences, alla St George’s University di Londra, Regno Unito. «La morte cardiaca improvvisa è un repentino e inatteso decesso naturale a causa cardiaca che può verificarsi in giovani sportivi senza patologie note durante le prestazioni atletiche» esordisce la ricercatrice, sottolineando che l’evento è raro quanto inatteso, ma nonostante l’esiguo numero di atleti coinvolti ha, date le circostanze nelle quali si verifica e il frequente coinvolgimento di soggetti giovani in apparente buona salute, un impatto socio-economico ed emozionale devastante. Sia l'American Heart Association (Aha) sia la Società Europea di Cardiologia (Esc) approvano lo screening pre-gara degli atleti, anche se vi è disaccordo su quale sia l'approccio migliore. L'Aha raccomanda un’anamnesi e l'esame fisico, un metodo pragmatico e relativamente poco costoso, ma scarsamente sensibile in quanto la maggior parte degli atleti sono asintomatici. «Viceversa, l’inclusione dell’elettrocardiogramma (Ecg), in conformità con le raccomandazioni Esc, migliora la sensibilità in termini di riscontro di eventuali cardiopatie, ma si associa nel contempo a un inaccettabile aumento del tasso di falsi positivi, dovuto in gran parte alla sovrapposizione tra i disturbi elettrici delle malattie di cuore e quelli dovuti alla preparazione atletica» spiega Gati, sottolineando che nei giovani atleti con Ecg normale, l’ecocardiografia contribuisce in modo poco rilevante alla diagnosi di cardiopatie gravi.
Fonti:
JAMA Intern Med. 2014 Nov 10. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.6023
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