(11-01-15) I cibi antiossidanti prevengono fibrillazione atriale post-cardiochirurgica
Prugne, lamponi, cipolle rosse, fagioli borlotti, mirtilli, more, peperoni gialli e noci, tanto per fare qualche esempio, sono ricchissime fonti di antiossidanti. E una dieta ricca in cibi antiossidanti non solo può combattere i radicali liberi, ma secondo un articolo appena pubblicato sul Journal of thoracic and cardiovascular surgery sembra anche proteggere dalla fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca. Valutando l'assunzione totale di antiossidanti nella dieta a seconda della frequenza dei cibi consumati e utilizzando la Studio prospettico europeo sul cancro e nutrizione (Epic), i ricercatori dell’Istituto Neurologico mediterraneo Neuromed di Pozzilli hanno scoperto che i pazienti che assumono elevate quantità di alimenti ricchi in antiossidanti hanno una minore incidenza di fibrillazione atriale postoperatoria rispetto a chi ne mangia meno. «I prodotti alimentari che hanno contribuito maggiormente, ovvero per oltre l’85%, alla capacità totale antiossidante della dieta sono stati il vino, il caffè e la frutta» scrivono Simona Costanzo e gli altri autori dello studio, precisando che il vino rosso contiene una grande varietà di polifenoli con proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Al trial osservazionale hanno preso parte 217 pazienti con età media 68 anni sottoposti a chirurgia cardiaca, principalmente bypass aorto-coronarico o sostituzione valvolare. L'incidenza globale di fibrillazione atriale a seguito dell’intervento sul cuore è stata del 38,2%, ma stratificando i pazienti in terzili a seconda del consumo di antiossidanti con la dieta, i ricercatori hanno osservato che quelli collocati nel terzile più alto avevano un rischio di fibrillazione atriale postoperatoria ridotto del 54% rispetto ai soggetti posti nei due terzili più bassi. «Le raccomandazioni relative alle abitudini alimentari nei pazienti con cardiopatia coronarica ad alto rischio di sottoporsi a un intervento chirurgico a cuore aperto sono rare, ma considerando i risultati ottenuti in questo studio, potrebbero essere di particolare rilevanza nel prevenire l'aritmia, in aggiunta alla consueta terapia antiaritmica».
Fonti:
J Thor Cardiovasc Surg 2014. doi: 10.1016/j.jtcvs.2014.11.035
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