(14-01-15) Il diabete mal controllato invecchia in anticipo la mente
I diabetici di mezza età hanno maggiori probabilità di sviluppare significativi disturbi di memoria e consistenti deficit della sfera cognitiva nei vent’anni successivi rispetto ai coetanei che hanno una glicemia normale. Ecco, in sintesi, quanto emerge da uno studio svolto alla Johns Hopkins Bloomberg school of public health di Baltimora e appena pubblicato sugli Annals of internal medicine. I ricercatori, coordinati dall’epidemiologa della Bloomberg Elizabeth Selvin, hanno scoperto che il diabete sembra accelerare di almeno cinque anni l’invecchiamento cerebrale rispetto a quanto accade nella normale senescenza. «Per esempio, in un diabetico sessantenne il declino cognitivo è simile a quello che si verifica in un soggetto sano di 65 anni» puntualizza l’autrice dell’articolo, osservando che la riduzione della capacità mnemonica riguardo a eventi e parole e della funzione esecutiva, ovvero della capacità di governare i processi cognitivi, è strettamente legata a una progressiva perdita di capacità mentali che può farsi talmente grave da interferire con lo svolgimento della vita quotidiana di una persona, fino alla demenza conclamata. «Il messaggio è che per conservare un cervello sano anche a 70 anni bisogna mangiare in modo salutare a fare esercizio fisico allo scoccare dei 50, se non prima, e questo non vale solo per i diabetici» riprende Selvin, spiegando che esiste una stretta correlazione tra declino cognitivo e scarso controllo glicemico nelle persone con diabete. Nel loro studio, i ricercatori della Bloomberg hanno utilizzato i dati dello studio Aric, Atherosclerosis risk in communities, iniziato nel 1987 coinvolgendo un gruppo di 15.792 adulti di mezza età nelle comunità in Maryland, North Carolina, Minnesota e Mississippi. La salute dei partecipanti è stata valutata in media cinque volte tra il 1987 e il 2013, mentre la funzione cognitiva è stata verificata alla visita 2, 4 e 5. «Dai risultati emerge che il tasso di declino mnemonico e cerebrale nei diabetici con glicemia scarsamente controllata è del 19% maggiore di quanto si osserva nei pazienti con diabete in buon controllo metabolico e nel pre-diabete, con risultati sovrapponibili sia tra i partecipanti caucasici o in quelli afro-americani» riprende l’epidemiologa, affermando che questi dati sottolineano l'importanza del controllo del peso, combinato all’esercizio fisico e a una dieta sana per prevenire il diabete. «L’eccesso di glucosio danneggia i tessuti e il sistema vascolare in tutto il corpo provocando danni agli occhi, al sistema nervoso periferico, ai reni e, a quanto pare, anche alla mente» sottolinea la ricercatrice, puntualizzando che il diabete può essere controllato con i farmaci, l'esercizio e le modifiche alla dieta, ma che la prevenzione resta la strategia migliore. «Se saremo in grado di prevenire il diabete, potremo in molti casi prevenire anche la progressione verso la demenza, migliorando non solo la qualità della vita di tante persone e dei loro familiari, ma riducendo anche i costi di assistenza sanitaria» conclude Selvin.
FONTI:
Ann Intern Med. 2014. doi:10.7326/M14-0737
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