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Le ricerche di Gerona 2005

(17-10-06) Pi? gli obesi dei denutriti



di Gianni Verzelloni


Il 7 ottobre scorso era l'?Obesity day?: non una festa, ma un'occasione per prendere coscienza di un problema sociale che acquista sempre pi? consistenza. Se appena un paio di settimane fa dedicavamo la nostra attenzione ai rischi che porta con s? la fame, stavolta ci soffermiamo sulle insidie che reca alla salute il benessere e la sempre maggiore sovranutrizione.
In effetti, nell'ultimo periodo ci sono stati numerosi all'erta su questo problema: dal decimo congresso internazionale sull'obesit? tenutosi a Sidney dal 4 all'8 settembre, che ha esortato le nazioni a introdurre leggi per bandire o almeno limitare tecniche insidiose di pubblicit? del cosiddetto ?cibo spazzatura? perch? troppo ricco di zuccheri e grassi, in genere indirizzate ad influenzare i consumi dei bambini. Secondo uno studio di un'universit? britannica, esistono siti internet che attraggono i bambini con giochi promozionali ma sono utilizzati per eludere gli standard di autoregolamentazione che disciplinano i media tradizionali. Nell'intervento di apertura del congresso, il presidente australiano dell'assemblea ha affermato che il mondo ? nella morsa di una pandemia di obesit? che minaccia di sopraffare le strutture sanitarie dei vari paesi, con infermit? come diabete, malattie cardiache ed alcune forme di cancro, giungendo ad affermare: ?E' un pericolo per l'umanit? quanto il riscaldamento globale e l'influenza aviaria, al punto che i ragazzi della nuova generazione, per la prima volta nella storia, rischiano di avere una vita pi? breve dei propri genitori?.
Pur soffrendo di orticaria di fronte alle dichiarazioni di tono terroristico, penso che ci sia - rispetto a questo problema - la necessit? di una maggiore presa di coscienza. Un dato dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanit?) ? significativo: sono pi? gli obesi che le persone malnutrite al mondo, un miliardo rispetto a 800 milioni. Tra le raccomandazioni di questa conferenza, c'? stata anche quella di modificare le politiche agricole, non incentivando la produzione di ?grassi cattivi?.
La Francia in materia sta impostando un programma nazionale su nutrizione e salute, che punta a responsabilizzare i singoli cittadini, ma anche a fare pressione sull'industria alimentare e la ristorazione collettiva perch? migliorino la qualit? nutrizionale dei propri prodotti, e in effetti l'uso a volte di grassi scadenti o di basso prezzo ha una sua parte nel fenomeno.
Secondo la Fao, in alcune parti dell'Unione europea l'obesit? sarebbe responsabile del 10-13% dei decessi, mentre alimenta una spesa medica nazionale con percentuali che variano dal 2 all'8%. Infine, la stessa Commissione europea ha presentato verso fine settembre i risultati di una consultazione pubblica sul tema ?alimentazione sana e attivit? fisica?, facendoci sapere che in Europa circa 14 milioni di bambini hanno problemi di soprappeso ed oltre 3 milioni sono obesi.
I livelli di sovrappeso ed obesit? inoltre, stanno aumentando con un ritmo allarmante: in Europa il 27% degli uomini e il 38% delle donne sono considerati obesi a seconda dello Stato in cui vivono. Anche il numero dei bambini in sovrappeso ? in rapido aumento: 400.000 in pi? ogni anno. Un'alimentazione sbagliata e la mancanza di esercizio fisico figurano tra le cause principali di decessi evitabili in Europa.
Dalla consultazione Ue, emerge inoltre la necessit? che le informazioni per i consumatori, comprese quelle veicolate dalle etichette, siano chiare, coerenti, scientificamente fondate e largamente diffuse. Se da un lato i rappresentanti dell'industria sono a favore dell'autoregolamentazione, dall'altro gli esperti di sanit?, le associazioni di consumatori e le Ong si mostrano scettici nei confronti dell'impatto di un'autoregolamentazione sulla pubblicit? di alimenti ricchi di calorie ma poveri di nutrienti.
Per aiutare i consumatori a scegliere un'alimentazione sana, si suggerisce di incoraggiare il consumo di frutta e verdura, ridurre l'introduzione di grassi totali e/o grassi saturi, di promuovere un regime alimentare equilibrato, di aumentare il consumo di cereali integrali, ed i prodotti ricchi di amidi e di fibre, di limitare il consumo di zucchero e di bibite, di diminuire il consumo di sale, di ridurre le porzioni.
Le pratiche pi? efficaci per migliorare il valore nutrizionale dei pasti scolastici sono le seguenti: programmi di educazione alimentare per i bambini, offerta gratuita o sovvenzionata di frutta, verdura e acqua potabile, corsi di formazione per il personale di cucina, linee guida relative ai pasti scolastici, rafforzamento dei controlli periodici.
E' necessario poi, per incoraggiare stili di vita sani anche sul luogo di lavoro, ampliare l'offerta di prodotti salutari nelle mense o nei distributori automatici, ridurre la disponibilit? di alimenti energetici ricchi di grassi e zuccheri o confezionati in grandi porzioni, promuovere un'attivit? sportiva o un esercizio fisico quotidiano sul luogo di lavoro o in prossimit? di questo, o incoraggiare il raggiungimento del luogo di lavoro a piedi o in bicicletta.
In Italia, l'Isa-Cnr (Istituto di scienze della nutrizione del Consiglio nazionale per le ricerche) sostiene la necessit? di un forte intervento sociale, perch? l'elevata disponibilit? di alimenti ad alto valore energetico e basso potere saziante, come bevande zuccherine e snack dolci o salati, ha un impatto sicuro sullo sviluppo dell'obesit?, se associato a scarsa attivit? fisica. Per?, sostiene l'Istituto, l'obesit? e i disturbi dell'alimentazione non sono problemi esclusivamente sanitari ma anche socio-culturali. Insomma, dobbiamo ristudiare e apprendere come salvarci da questo nuovo rischio, e il passato ci aiuta fino ad un certo punto.

Fonte. Reporter.it

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