(05-02-15) La supplementazione di fibre nella dieta di soggetti con nefropatia cronica riduce due marker di malattia, creatinina e urea
28-11-2014
Chiavaroli L, Mirrahimi A, Sievenpiper JL, Jenkins DJ, Darling PB.
Le indagini di popolazione, come lo statunitense NHANES III, hanno messo in luce che i soggetti nefropatici, per i quali il rischio cardiovascolare è particolarmente elevato, assumono quotidianamente un quantitativo di fibre (circa 15 g/die) molto inferiore a quanto generalmente raccomandato dalle linee guida nutrizionali (25-30 g/die). Nella nefropatia cronica, i classici marker di malattia misurati nel siero sono l’urea e la creatinina. In questa metanalisi, la prima ad analizzare i potenziali benefici di una supplementazione di fibre nei pazienti affetti da questa patologia, sono stati inclusi 14 trial clinici controllati, di durata pari o superiore a 7 giorni, nei quali la supplementazione quotidiana di fibre (soprattutto fermentabili come la gomma arabica, lo psillio e il lattulosio) è stata di circa 27 g/die (mediana). L’assunzione regolare di fibre è risultata correlata in modo significativo con l’andamento dei livelli sierici sia di urea che di creatinina. Tale relazione non è risultata lineare per l’urea, ma di tipo dose-risposta per la creatinina: sembra infatti che il controllo della creatininemia migliori al crescere della dose di fibre fornita in più nella giornata.
Questi dati in conclusione confermano gli effetti positivi dell’aumento dell’apporto di fibre per i pazienti con malattia renale cronica.
Fonte: Eur J Clin Nutr. 2014 - Epub ahead of print - doi: 10.1038/ejcn.2014.237
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