(07-02-15) I rapporti pericolosi tra infarto e depressione
Essere sereni dopo aver subito e superato un infarto del miocardio non è certo semplice. Ma non bisogna sottovalutare il ruolo che la depressione può giocare sul benessere globale del cardiopatico. Secondo Stefano Urbinati, direttore dell'Unità operativa di cardiologia dell'Ospedale Bellaria di Bologna, "la depressione è molto temibile nella fase successiva a un infarto, soprattutto perchè chi è depresso aderirà meno alle proposte riguardanti le modificazioni dello stile di vita, fondamentali per evitare il rischio di nuovi eventi e probabilmente assumerà i farmaci in maniera meno regolare". Va comunque sottolineato che esistono altri elementi in grado di legare le due condizioni patologiche. In caso di "male oscuro", infatti, si verificano tre diversi fenomeni che possono influire sul benessere cardiovascolare: in primo luogo aumenta l'infiammazione, con l'azione delle citochine che possono favorire sia la formazione della placca ateromatosa che la sua successiva rottura. Ma non bisogna dimenticare che anche altri elementi entrano in gioco nei pazienti depressi: aumenta il rischio di disfunzione endoteliale e di iperaggregazione delle piastrine. In questo senso non va dimenticato che diversi studi clinici hanno dimostrato come il trattamento con SSRI possa sia stimolare il miglioramento del tono dell'umore che favorire il miglioramento della funzionalità endoteliale.
FONTE: edott.it
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