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Le ricerche di Gerona 2005

(17-03-15) Diabete di tipo 1: le donne muoiono più degli uomini



Rispetto ai coetanei di genere maschile, nelle donne affette da diabete di tipo 1 (Dm1) si osserva un eccesso di rischio del 40% per la morte per tutte le cause, e un raddoppio delle probabilità di morire per malattie cardiache. È quanto afferma Rachel Huxley, della School of Population health, university of Queensland, Australia, coautrice di una metanalisi appena pubblicata su The Lancet diabetes & endocrinology che ha coinvolto più di 200.000 persone con diabete di tipo 1. «Sappiamo che i malati di Dm1 hanno un'aspettativa di vita minore rispetto alla popolazione generale, sia a breve sia a lungo termine. Ma finora non era chiaro se l'eccesso di mortalità fosse il medesimo in uomini e donne» spiega la ricercatrice, ricordando che in media gli uni vivono meno delle altre. Ma i risultati dello studio sembrano dimostrare il contrario, almeno nel caso del diabete di tipo 1, malattia in cui la protezione ormonale femminile per cuore e vasi sembra essersi perduta. Per arrivare a queste conclusioni Huxleye colleghi hanno passato in rivista tutti gli studi sulla mortalità genere-specifica associata al diabete di tipo 1 svolti negli ultimi cinque decenni, ovvero da gennaio 1966 a novembre 2014, selezionando per la metanalisi 26 studi per un totale di 214.114 persone con la patologia. Ebbene, dai dati raccolti emerge per le donne non solo un eccesso di rischio di morte per qualsiasi causa del 37% rispetto ai coetanei maschi, ma anche un raddoppio nel gentil sesso delle probabilità di morire per malattie cardiovascolari in confronto agli uomini. «Le donne con diabete mellito di tipo 1 hanno anche il 37% di probabilità in più di subire un ictus, e il 44% in più di morire di nefropatia» riprende la ricercatrice, sottolineando che il diabete di tipo 1 non si associa ad alcun aumento di decessi per cancro in entrambi i generi. «Pensiamo che lo scarso controllo glicemico e le difficoltà nella gestione dell'insulina, più comuni tra le donne, potrebbero svolgere un ruolo nell'aumento del rischio cardiovascolare nelle femmine rispetto ai maschi» ipotizza l'autrice dell'articolo, puntualizzando che queste differenze di genere rischiano di avere profonde implicazioni sul trattamento, anche a lungo termine, delle le donne con diabete di tipo 1. «Una recente dichiarazione congiunta dell'American heart association e dell'American diabetes association parla di differenze razziali ed etniche nel rischio cardiovascolare nel diabete di tipo 1, ma alla luce di questi risultati andrebbero considerate anche quelle di genere» rimarca Huxley, osservando che la patologia è in aumento nel mondo: la sua incidenza fino a 14 anni di età è in aumento del 3% l'anno dal 1989, e le spese per le cure di adulti e bambini sono stimate in circa 14,9 miliardi dollari l'anno nei soli Stati Uniti. E in un editoriale David Simmons dell'University of Western Sydney, New South Wales, Australia, commenta: «La questione chiave è come ridurre l'eccesso di mortalità nelle donne, sfida particolarmente difficile visto che i motivi dell'aumentato rischio restano in gran parte da chiarire».

FONTI:
Lancet Diabetes Endocrinol 2015. doi: http://dx.doi.org/10.1016/S2213-8587(14)70272-4
Lancet Diabetes Endocrinol 2015. doi: http://dx.doi.org/10.1016/S2213-8587(14)70248-7 

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