(25-03-15) Lotta all'obesità a rilento: servono politiche alimentari sostenute dalla società civile
Secondo una serie di sei studi pubblicati su The Lancet i progressi globali nella lotta all'obesità sono ancora troppo lenti, tanto che fino al 2010 solo uno stato su quattro aveva attuato politiche di sana alimentazione. E, nonostante isolate sacche di miglioramento, nessun paese finora ha finora fermato o invertito l'andamento epidemico della malattia. «In meno di una generazione i tassi di obesità infantile sono aumentati in tutto il mondo, tanto che negli Stati Uniti i bambini pesano cinque chili in più rispetto a 30 anni fa, e uno su tre è in eccesso ponderale» esordisce il coautore della serie Tim Lobstein della World obesity federation. The Lancet rivela che i bambini nordamericani consumano in media 200 calorie giornaliere in più rispetto al 1970, equivalenti a circa 400 dollari l'anno a testa, cioè 20 miliardi l'anno per l'industria alimentare statunitense. «I bambini obesi sono un investimento per l'industria alimentare» afferma Lobstein, sottolineando che nei paesi a basso e medio reddito all'obesità dilagante si associa un aumento dei disturbi della crescita, che colpiscono un quinto dei bambini sotto i cinque anni con un doppio onere nutrizionale: da una parte la malnutrizione e dall'altra il peso eccessivo. «I governi, insieme a una vasta gamma di soggetti interessati, devono agire con urgenza per ridurre la prevalenza dell'obesità. E dato che denutrizione ed eccesso calorico hanno cause e soluzioni comuni, servono politiche nutrizionali che affrontino entrambe le questioni» riprende Lobstein, ricordando che quest'anno il mercato globale degli alimenti per lattanti è in crescita: 19 miliardi dollari rispetto ai 13,7 del 2007. Ma di fronte all'aggressività del marketing alimentare pochi paesi hanno adottato regole per proteggere i bimbi dall'obesità con politiche nutrizionali sane. EChristina Roberto della Harvard school of public health aggiunge: «Il circolo vizioso di domanda e offerta di cibi malsani può essere rotto, e gli articoli pubblicati suggeriscono diversi modi per farlo, affrontando alcuni dei motivi per cui le attuali misure sono scarse e incostanti». Ecco alcuni esempi di norme che i governi dovrebbero adottare: vigilanza e regolamentazione internazionale delle forniture alimentari; codice internazionale di marketing alimentare per proteggere la salute dei bambini; verifica della qualità nutrizionale dei cibi nelle scuole con programmi per incoraggiare scelte alimentari sane; imposte sui prodotti non salutari e sussidi alle famiglie a basso reddito per comprare cibi sani; etichettatura obbligatoria dei prodotti alimentari. Conclude Boyd Swinburn dell'Università di Auckland in Nuova Zelanda: «Proponiamo una riformulazione del concetto di obesità che sottolinei l'interazione reciproca fra ambiente e individuo. In altri termini, l'odierno condizionamento ambientale sfrutta la vulnerabilità economica, sociale e psicologica delle persone facilitando il consumo di cibi non sani e di scarsa qualità nutrizionale. Ne consegue che per raggiungere l'obiettivo dell'Oms di fermare l'aumento dei tassi di obesità entro il 2025 non serve solo il rafforzamento delle politiche di governo, ma è fondamentale il sostegno della società civile e dell'industria alimentare per creare e sostenere una domanda di alimentazione sana».
FONTI:
The Lancet 2015 - Obesity Series
doctornews33
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