(01-04-15) Assunzione di sodio, pressione sanguigna ed eventi cardiovascolari
(New England Journal of Medicine)
Non esiste un accordo universale sulla relazione che lega l'introduzione di sodio, la pressione sanguigna e gli eventi cardiovascolari. Per tentare di chiarire la situazione è stato realizzato uno studio osservazionale su circa 100.000 adulti di 18 nazioni a differente grado di sviluppo economico e condizioni sociali. Per calcolare l'assunzione giornaliera di sodio e potassio è stata utilizzata la misurazione di questi due elettroliti nell'urina del mattino, che rappresenta un metodo surrogato ma che comunque fornisce risultati attendibili. Le conclusioni fondamentali dello studio sono state le seguenti: • Un'escrezione urinaria elevata di sodio si associa a pressione sistolica e diastolica elevate. Questa associazione è però limitata ai soggetti che eliminano oltre 3 g di sodio nell'urina delle 24 ore.
1. L'escrezione elevata di potassio si associa con una diminuzione significativa della pressione sistolica, con una relazione inversamente proporzionale.
2. La pressione sanguigna dei soggetti con la maggiore escrezione urinaria di sodio e la minor escrezione urinaria di potassio è risultata superiore di 12 mmHg per la sistolica e di 5 mmHg per la diastolica rispetto ai soggetti con la minima escrezione di sodio e la massima escrezione di potassio.
3. L'associazione tra sodio, potassio e pressione sanguigna è risultata massima nei soggetti ipertesi e nettamente inferiore nei soggetti normotesi. I punti fondamentali rispetto all'outcome primario composto (decesso o evento cardiovascolare maggiore) durante il follow-up di 3.7 anni sono stati:
4. Un'escrezione urinaria > 7 g/die si accompagna ad un aumento di rischio di outcome primario rispetto ad un'escrezione di 4-6 g/die (OR 1.15).
5. Un'escrezione di sodio < 3 g/die si associa ugualmente ad un eccesso di rischio di outcome primario (OR 1.27), pertanto i risultati clinici peggiori si hanno sia nella fascia della escrezione minima sia in quella dell'escrezione massima di sodio (formando una cosiddetta curva ad “U”).
6. Effettuando aggiustamenti in base alla pressione sanguigna l'associazione tra eventi cardiovascolari maggiori o decessi ed elevata escrezione di sodio si attenua; non accade la stessa cosa invece per le escrezioni basse, in cui l'associazione continua ad essere forte. Evidentemente, l'ipertensione contribuisce ai risultati negativi ottenuti dall'elevata introduzione di sodio.
7. Anche una scarsa escrezione urinaria di potassio si accompagna ad un aumento del rischio di decessi o eventi CV maggiori.
Il commento a questo articolo:
Da risultati di questo tipo è ovvio che nasce una raccomandazione fondamentale: diminuire l'introduzione di sodio alimentare ed aumentare quella di potassio. C'è però da sottolineare che lo studio, anche se su un campione molto vasto di soggetti con caratteristiche cliniche varie, è di tipo osservazionale e pertanto un rapporto di causalità non può essere stabilito. Un problema non da poco è poi rappresentato dalla curva ad “U”, che è stata confermata anche da studi precedenti: se una eccessiva introduzione di sodio alimentare provoca danni allo stesso modo di una introduzione eccessivamente scarsa, occorre stabilire quale sia la quantità ideale giornaliera di questo elemento. Senza dimenticare, infine, che il rischio relativo di decesso o di eventi CV da sbagliata assunzione di sodio è comunque molto basso (1.1-1.2).
Bibliografia:
8. Mente A et al. Association of urinary sodium and potassium excretion with blood pressure. NEJM 2014 Aug 14; 371:601.
9. O'Donnell M et al. Urinary sodium and potassium excretion, mortality, and cardiovascular events. NEJM 2014 Aug 14; 371:612
Fonte: http://webmail.libero.it/cp/default.jsp?ssonc=917495082
Cardiologia - lunedì 16 marzo 2015
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