(10-04-15) Il rischio infarto svelato dalla placca
Nell'ambito del Congresso "Conoscere e curare il cuore", tenutosi a Firenze, si è fatto il punto anche su nuove tecniche di studio delle placche aterosclerotiche come possibili indicatori precisi di rischio di infarto futuro. A ricordarlo è Francesco Prati, Presidente della Fondazione "Centro Lotta contro l'Infarto che ha fatto il punto sull'impiego dell'OCT nell'ambito delle indagini vascolari. In particolare si parla molto di quanto emerso dal registro italiano Clima, che ha l'obiettivo di valutare il risultato clinico in 500 casi di aterosclerosi coronarica studiati con OCT in più centri italiani con un follow-up clinico di almeno 12 mesi. "Lo studio si focalizza sullo studio OCT dell'arteria più importante del cuore: la discendente anteriore - spiega Prati - L'obiettivo è correlare gli aspetti anatomici rilevabili con l'OCT alla presenza di placche aterosclerotiche "cattive", e cioè a rischio di eventi cardiaci (MACE) ottenuti nel periodo di osservazione". Sono MACE (l'infarto anteriore o la morte cardiaca), eventi da imputare a lesioni coronariche presenti nella discendente anteriore. Gli aspetti qualitativi e quantitativi all'OCT vengono confrontati con un gruppo senza MACE, effettuando un matching per le caratteristiche demografiche e cliniche". Secondo la valutazione clinica di follow up, completata nel novembre 2014, 38 pazienti hanno presentato un MACE (morte cardiaca o infarto miocardico). Nove casi non sono stati inclusi nello studio poiché i sistemi di valutazione OCT non soddisfacevano i criteri di inclusione. Pertanto la valutazione finale riguarda 27 soggetti che hanno presentato un MACE ad un follow up di almeno 12 mesi. I soggetti con MACE presentano più frequentemente quegli elementi di vulnerabilità che identificano le placche "cattive", a maggior rischio di eventi infartuali.
FONTE: edott.it
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