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Le ricerche di Gerona 2005

(19-04-15) Test genetici e medicina personalizzata: attenzione al commercio via Internet



Spesso i siti web che commercializzano servizi per i malati di cancro non solo ne enfatizzano in modo eccessivo i presunti benefici minimizzandone i limiti, ma offrono test genetici la cui utilità nel guidare le decisioni terapeutiche resta da dimostrare. Questo è quanto emerge sul Journal of National Cancer Instituteda uno studio del Dana Farber Cancer Institute, prima autrice l'oncologa Stacy Gray. «Dal momento che la vendita via Internet di servizi e test genetici legati al cancro non è regolamentata, esistono ampie variazioni nel modo in cui tali prodotto vengono presentati» spiegano i ricercatori, che hanno verificato se il marketing in rete offre ai consumatori, ovvero ai pazienti malati di cancro, descrizioni fedeli di vantaggi e limiti dei servizi venduti. «Anche se alcune informazioni sono veritiere, le variazioni sono ampie e i consumatori dovrebbero valutarle con cautela» afferma l'autrice, sottolineando che, in generale, i benefici sono posti in evidenza maggiore di quanto lo siano i limiti. Inoltre, l'88% cento dei siti offre uno o più test di cui mancano prove scientifiche di una chiara utilità clinica in oncologia pratica. «Abbiamo analizzato prodotti e servizi di medicina oncologica personalizzata (Pcm) commercializzati da aziende private, centri medici universitari, istituti di ricerca, singoli professionisti e altre organizzazioni» riprende Gray, ricordando che la Pcm comprende la cosiddetta diagnostica oncologica di precisione (precision oncology), il cui scopo è predire la prognosi e la risposta alle cure usando metodiche avanzate di diagnostica molecolare. Ebbene, la maggior parte dei siti internet offre tali test, e quasi la metà propone forme personalizzate di cura anticancro. «Ma eventuali reclami per mancati risultati dovuti a informazioni non veritiere pubblicate sui siti Internet non sono soggetti a tutela da parte di agenzie governative come la Food and Drug Administration (Fda) o la Federal Trade Commission (Ftc)» puntualizzano gli autori. «Anche se, comunque, la Fda ha di recente manifestato l'intenzione di iniziare a regolamentare i test genomici in modo più ampio» conclude l'oncologa.

FONTI:
JNCI J Natl Cancer Inst (2015) 107 (5): djv030 doi: 10.1093/jnci/djv030
doctornews33

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