(24-04-15) Avere uno scopo nella vita migliora la salute del cervello
Sapere che la propria vita ha un senso e uno scopo si associa a una riduzione delle probabilità di sviluppare danni ischemici cerebrali correlati all'età. Ecco, in sintesi, le conclusioni di uno studio pubblicato su Stroke, una rivista dell'American heart association. «L'interruzione del flusso ematico all'interno di un vaso del cervello può provocare ictus ischemici e infarti cerebrali, con danni anche estesi motori o cognitivi: demenza, paresi o paralisi, disabilità e morte» spiega Patricia Boyle, coautrice dello studio e professore associato di scienze comportamentali all'Alzheimer disease center del Rush university medical center di Chicago, sottolineando che la salute mentale, in particolare i fattori psicologici positivi come avere uno scopo nella vita, stanno emergendo come potenti fattori protettivi dell'integrità cerebrale. «I medici devono essere consapevoli dello stato mentale dei pazienti, incoraggiandone i comportamenti che aumentano il senso positivo della vita» riprende la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha analizzato i risultati dell'autopsia su 453 persone di età media 84 anni, che avevano partecipato al Rush memory and aging project sottoponendosi a valutazioni fisiche e psicologiche annuali fino alla morte. Nessuno dei partecipanti aveva segni di demenza all'inizio dello studio, tutti avevano acconsentito alla donazione di organi dopo la morte e 114 di essi sono stati colpiti da un ictus. Ebbene, all'autopsia i ricercatori hanno scoperto che le persone le cui valutazioni psicologiche indicavano un saldo scopo nella vita avevano il 44% di probabilità in meno di avere infarti cerebrali macroscopici rispetto a chi era meno motivato. Viceversa, la presenza di fattori di rischio tra cui ipertensione, scarsa attività fisica, depressione e diabete non modificava il rapporto tra infarti cerebrali e scopo nella vita, che non risultava influenzano neppure dalla presenza di segni clinici di ictus o malattia di Alzheimer. «Lo scopo nella vita varia per ciascuno di noi, ed è importante durante la vecchiaia lasciare spazio ad attività motivanti come il volontariato, l'imparare cose nuove o essere parte di una comunità, impegnandosi in comportamenti non solo gratificanti a livello personale, ma anche protettivi a livello cerebrale» conclude Boyle.
FONTI:
Stroke. 2015; 46(4):1071-6. doi: 10.1161/STROKEAHA.114.008010
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