(12-05-15) Esposizione prenatale a inquinanti atmosferici si associa a danno cerebrale fetale
Da uno studio di imaging pubblicato su Jama psychiatry emerge che l'esposizione prenatale a inquinanti atmosferici tossici come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), generati in parte dalle emissioni dei veicoli, dagli impianti di riscaldamento domestico e dalla combustione incompleta di materiali organici come legna e carbone, può essere nocivo per i bambini a livello cerebrale e può contribuire al rallentamento delle velocità di elaborazione delle informazioni nonché alla comparsa di disturbi del comportamento come l'Adhd, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. «Gli idrocarburi policiclici aromatici possono attraversare la placenta arrivando a danneggiare il cervello del feto» esordisce Bradley Peterson del Children hospital di Los Angeles, spiegando che precedenti ricerche su modelli animali indicano che l'esposizione prenatale a queste sostanze può compromettere sia il comportamento sia l'apprendimento. Tant'è che Peterson e colleghi hanno voluto approfondire gli eventuali legami tra danni cerebrali fetali e idrocarburi policiclici aromatici con uno studio di imaging cui hanno preso parte 40 bambini in età scolare provenienti da minoranze latino-americane e afro-americane. «I bambini sono stati seguiti nel periodo fetale e tra i sette e i nove anni di età, e le loro madri sono state sottoposte al monitoraggio degli idrocarburi policiclici aromatici durante la gestazione compilando appositi questionari» dicono gli autori. E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto un'associazione significativa tra esposizione prenatale agli idrocarburi policiclici aromatici e riduzione della sostanza bianca cerebrale localizzata quasi esclusivamente all'emisfero sinistro. «Tale riduzione monolaterale è strettamente legata a un rallentamento dell'elaborazione delle informazioni risultante ai test di intelligenza e alla comparsa di disturbi del comportamento tra cui sintomi di Adhd» spiega Peterson, sottolineando tuttavia i limiti della piccola casistica. «Se confermati da studi più ampi, questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni di salute pubblica, data l'ubiquità degli idrocarburi policiclici aromatici come inquinanti atmosferici» concludono i ricercatori.
Fonti:
JAMA Psychiatry 2015. doi:10.1001/jamapsychiatry.2015.57
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