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Le ricerche di Gerona 2005

(14-05-15) Scoperto nel cervello l’interruttore di ansia e fobie



Aerofobia, Agorafobia, Aracnofobia, Claustrofobia, Pirofobia, Zoofobia si potrebbe continuare all’infinito. Ognuno di noi sicuramente ha paura di qualcosa. Una paura più o meno dichiarata, che spesso ci rende la vita un inferno. Ma grazie alla scoperta di due gruppi di ricerca indipendenti guidati da Bo Li, del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) di New York e da Gregory Quirk, dell’Università di Porto Rico, le nostre fobie avranno vita breve.
Pare, infatti, sia stato scoperto nel cervello l’interruttore delle paure, il circuito nervoso responsabile dei disordini dell’ansia e delle fobie che nel mondo affliggono circa 40 milioni di adulti. Lo studio pubblicato su Nature sembra quindi aprire la strada allo sviluppo di nuove cure.
Individuato nei topi, il circuito svolgerebbe un ruolo chiave nell’ordinare la memoria dei ricordi traumatici. È difficile immaginare, spiegano gli autori, che un’emozione intangibile come la paura sia codificata all’interno di circuiti nervosi. Invece è memorizzata e strutturata in un’area del cervello chiamata amigdala. Gli studiosi hanno poi scoperto che l’amigdala centrale è governata a sua volta da un gruppo di neuroni che formano il nucleo paraventricolare del talamo (Ptv), una regione del cervello estremamente sensibile alle sollecitazioni e che agisce come sensore per le tensioni fisiche e psicologiche. Secondo gli scienziati la connessione tra amigdala e il Ptv è ilBrain-derived neurotrophic factor (Bdnf), una cui mutazione è presente nei pazienti che soffrono dei disturbi d’ansia. In effetti i ricercatori hanno verificato come l’aggiunta di Bdnf all’amigdala, attivi i neuroni innescando una risposta di spavento nei topi che non sono stati esposti a nessuno stimolo di questo tipo. Inoltre, tale fattore pare promuova la formazione del ricordo dell’attimo di terrore vissuto. “Abbiamo stabilito – concludono gli studiosi – che il Bdnf è un messaggero chimico che permette al Ptv di esercitare il controllo sull’amigdala. Secondo gli autori potrebbe diventare il bersaglio di nuovi farmaci per il trattamento dell’ansia e delle fobie.

Fonte: Nature
popularscience.it

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