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Le ricerche di Gerona 2005

(18-05-15) Lo screening del diabete di tipo 2 non ha benefici sulla mortalità



Lo screening per il diabete di tipo 2 non migliora i tassi di mortalità dopo 10 anni di follow-up, ma il trattamento degli adulti con alterata tolleranza al glucosio (Igt) o alterata glicemia a digiuno (Ifg) si associa a un ritardo di progressione della malattia. Sono queste le conclusioni di una revisione sistematica condotta per la Task force Us preventive services (Uspstf) e pubblicata su Annals of internal medicine, prima autrice Shelley Selphdell'Oregon health & science university a Portland. «Negli Stati Uniti circa 8 milioni di diabetici non sono diagnosticati, e il 90-95% di loro ha diabete di tipo 2» esordisce la ricercatrice, sottolineando che la prevalenza di diabete tra i nordamericani adulti è aumentata dal 5 all'8% tra il 1995 e il 2010. «Il diabete non solo è il principale motivo di insufficienza renale, amputazioni degli arti inferiori e cecità, ma è tra le concause di malattie cardiache e ictus nonché la settima la causa di morte negli Stati Uniti» ricorda l'autrice dell'articolo, puntualizzando che lo screening del diabete può aprire la strada a cure tempestive potenzialmente in grado di migliorare i risultati in termini di salute. Tanto che nel 2008 la Uspstf raccomandava la diagnosi precoce negli adulti asintomatici ipertesi trattati o non trattati. Anche in assenza di dimostrazioni dirette dei benefici dello screening, l'Uspstf basava le sue indicazioni sul fatto che il trattamento intensivo dell'ipertensione si associava a un ridotto rischio cardiovascolare nei diabetici ipertesi, rilevando che le modifiche dello stile di vita o del trattamento delle alterazioni nella tolleranza al glucosio e nella glicemia a digiuno, definite dalla presenza di valori di emoglobina glicata dal 5,7 al 6,4% o da livelli glicemici a digiuno tra 100 e 125 mg/dl, si associano a un ridotto rischio di progressione del diabete. «In due trial randomizzati analizzati nell'articolo appena pubblicato, lo screening per il diabete non ha avuto effetti significativi sulla mortalità a 10 anni , ma in altri 16 studi gli interventi sulle abitudini di vita e la terapia farmacologica sembrano ritardare o prevenire il diabete incidente negli obesi o sovrappeso con alterata tolleranza al glucosio o alterata glicemia a digiuno» riprende Selph, ricordando che in un documento dello scorso ottobre l'Uspstf sosteneva che gli adulti ad alto rischio dovrebbero essere sottoposti a screening per diabete di tipo 2 nonché alla determinazione dell'insulino-resistenza.

FONTI:
Ann Intern Med. 2015 Apr 14. doi: 10.7326/M14-2221
doctornews33

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