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Le ricerche di Gerona 2005

(30-05-15) Infarto miocardico acuto, un algoritmo accelera la diagnosi





Un algoritmo a elevata sensibilità che usando i livelli di troponina T cardiaca permette in un'ora di porre o di escludere la diagnosi di infarto miocardico acuto accelerando in modo sicuro la gestione dei pazienti, almeno secondo quanto suggerisce uno studio prospettico sul Canadian medical association Journal, primo autore Tobias Reichlin del Dipartimento di cardiologia al Cardiovascular research institute di Basilea. «L'infarto miocardico acuto è tra la principali cause di morte e disabilità, e data l'efficacia delle cure disponibili, una diagnosi il più tempestiva e accurata possibile è di importanza fondamentale» esordisce il ricercatore, ricordando che la valutazione clinica, l'elettrocardiogramma a 12 derivazioni e la misurazione della troponina T cardiaca sono i pilastri della diagnosi precoce in Pronto soccorso. Nel tentativo di incrementare la sensibilità della misurazione della troponina cardiaca, importanti progressi sono stati raggiunti di recente, permettendo di dosare anche basse concentrazioni con elevata precisione in tempi sempre più brevi. Tra le diverse metodiche proposte, ancora oggetto di discussione su pregi e difetti, c'è un algoritmo che nell'arco di un'ora permette di porre o escludere la diagnosi di infarto miocardico acuto misurando la troponina T in una percentuale che arriva fino al 75% dei pazienti che arrivano in pronto soccorso con sospetto infarto. «I dati vengono da uno studio pilota, e lo scopo di questo trial multicentrico era di validare in modo prospettico l'elevata sensibilità dell'algoritmo in un'ampia coorte di pazienti indipendente dalla casistica precedente» spiegano gli autori, che hanno arruolato 1.300 pazienti con dolore toracico suggestivo di infarto miocardico acuto e li hanno sottoposti a un test ad alta sensibilità per la troponina T cardiaca al basale e dopo 1 ora secondo l'algoritmo in studio. Complessivamente, la diagnosi di infarto miocardico acuto è stata posta nel 17% dei partecipanti, con una sensibilità e un valore predittivo negativo dell'algoritmo superiori al 99%. Viceversa, specificità e valore predittivo positivo sono stati rispettivamente del 96% e del 78%. «L'algoritmo consente di accelerare in modo significativo la gestione del paziente con infarto miocardico acuto sospetto» conclude Reichlin. Ma Daniel Pallin del Dipartimento di emergenza al Brigham and women's hospital di Boston e direttore associato del Nejm journal watch emergency medicine, getta acqua sul fuoco: «È necessaria la validazione di ulteriori studi prima di introdurre l'algoritmo nella pratica clinica» conclude.

Fonti:
CMAJ, 2015. doi: 10.1503/cmaj.141349
doctornews33

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