(30-05-15) Quando la sensibilità al glutine non è celiachia?!
L’esistenza di forme di sensibilità al glutine diverse dalla celiachia (NCGS) con sintomi intestinali o extraintestinali in risposta all'ingestione di alimenti contenenti glutine è un tema di ricerca molto attuale e dibattuto.
Lo studio
In uno studio incrociato e randomizzato, un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna hanno tentato di testare gli effetti della somministrazione di basse dosi di glutine a soggetti con sospetta NCGS. Sono stati arruolati 61 adulti senza malattia celiaca o allergia al grano che ritenevano che l’ingestione di alimenti contenenti glutine fosse la causa dei loro sintomi intestinali ed extraintestinali.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi che ricevevano 4,375g/die di glutine o amido di riso (come placebo) per 1 settimana, in capsule gastro-solubili. Dopo una dieta di 1 settimana senza glutine, i partecipanti venivano passati dal primo all'altro gruppo. L’outcome primario era la variazione dei sintomi generali (intestinali e extraintestinali), determinata da sistemi di punteggio stabiliti, tra il periodo con l’assunzione il glutine e quello con l'assunzione di placebo.
Secondo l'analisi dei dati provenienti da 59 pazienti che hanno completato lo studio, l'assunzione di glutine ha aumentato in modo significativo i sintomi generali, rispetto al placebo (p = 0,034). E lo stesso è avvenuto per il gonfiore addominale (P = 0,040) il dolore (P = 0,047), il senso di obnubilamento (P = 0,019), la depressione (P = 0,020) e la comparsa di stomatite con afte (P = .025), Gli autori dunque ritengono che in questo campione sia confermata la presenza di sensibilità al glutine pur non trattandosi di celiachia.
Nella clinica pratica i casi d’ipersensibilità al glutine non celiaci, sono in aumento esponenziale negli ultimi anni e il dietologo che è chiamato a fare diagnosi non può che procedere con una dieta d’esclusione. In molti casi, bastano un paio di settimane con dieta priva di glutine perché il paziente avverta un rapido ritorno al benessere. Successivamente si può tenere sotto controllo il paziente reintroducendo gradualmente gli alimenti con glutine a patto che non riprendano i sintomi.
Tuttavia i pazienti giovani, oggi, accettano di buon grado gli alimenti senza glutine anche favoriti dalla grande offerta del mercato. Al dietologo l’ingrato compito di vigilare che non si creino eventuali carenze nutrizionali da malassorbimento che in questi pazienti, del resto, sono rarissime dato che la funzione intestinale è essenzialmente buona al contrario di quanto avviene nei casi di celiachia non adeguatamente trattati né diagnosticati.
Autore: Patrizia Maria Gatti
Fonte:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25701700
Clin Gastroenterol Hepatol. 2015 Feb
Small Amounts of Gluten in Subjects With Suspected Nonceliac Gluten Sensitivity: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Cross-Over Trial.
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