(05-06-15) Anziani inappetenti: attenzione alle preferenze
Negli adulti più anziani con scarso appetito, che rischiano spesso la malnutrizione, vi possono essere preferenze alimentari specifiche e differenti da quelle degli adulti con buon appetito.
Lo studio
Partendo dall’ipotesi che gli anziani che mostrano uno scarsoappetito potrebbero avere delle preferenze alimentari diverse da quelli che invece hanno un buon appetito, un gruppo di ricercatori olandesi ha tentato di valutare tali preferenze. Sono stati reclutati per l’occasione gli anziani negli ospedali o residenti nelle case di cura (n = 349, età compresa tra 65-101 anni) che dovevano indicare le loro preferenze tra diversi alimenti visualizzando le immagini dei cibi sul computer. Per valutare l’appetito si procedeva con un test validato che lo classificava come “buono” o “cattivo” riferendosi alla settimana precedente il test.
Le preferenze alimentari sono state determinate contando la frequenza relativa delle scelte per le immagini del cibo secondo 11 categorie dicotomiche che indicavano il contenuto: basso/alto 1) diproteine ; 2) grassi; 3) carboidrati; 4) in fibra; 5) variabili; e 6) proteine animali o vegetali; 7) sapore dolce/salato; 8) consistenza solido/liquido; 9) latticini/o non-caseari; 10) con/senza salsa o 11) variazioni di colore. Le preferenze alimentari specifiche per i partecipanti con un scarso appetito sono state identificate da un campione (t-test) confrontando le frequenze rispetto al valore atteso di 48, le differenze di preferenza tra quelli con buono o scarso appetito sono state analizzate con aggiustamento dei fattori confondenti.
I risultati hanno mostrato che gli adulti più anziani con scarso appetito (n = 113; 32,4%) avevano come variante preferita (51,6 vs 48, p <0.001): le variazioni di colore (55,9 vs 48, P <0,01), i prodotti non-caseari (53,0 vs . 48, p <0.001), con elevato contenuto di fibra (51,8 vs 48, P <0,05), e di consistenza solida (53,5 vs 48, P <0,05). I partecipanti con un scarso appetito avevano un punteggio di frequenza di scelta superiore per questa combinazione, rispetto ai partecipanti con un buon appetito (51,6 vs. 48,5, P <0,001). Gli autori, quindi, ritengono che simili risultati siano utili per la preparazione di pasti programmati proprio per gli anziani di scarso appetito in modo da contrastare la malnutrizione.
Nella ristorazione collettiva, nel caso degli anziani, il nutrizionista è chiamato più che altro a tener conto delle patologie e non delle preferenze, questo aspetto, invece, potrebbe essere importante per contrastare l’inappetenza di molti anziani, non solo residenti in comunità, che spesso caratterizza un declino progressivo dello stato generale di salute.
Autore: Patrizia Maria Gatti
Fonte:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25772198
Appetite. 2015 Mar 12. pii: S0195-6663(15)00105-1. doi: 10.1016/j.appet.2015.03.011. [Epub ahead of print]
Specific food preferences of older adults with a poor appetite. A forced-choice test conducted in various care settings.
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