(09-06-15)Passate sfide lavorative proteggono la mente dal declino cognitivo
I professionisti il cui lavoro richiede un impegno mentale con impiego di strategie di sviluppo, risoluzione di conflitti e attività gestionali risultano essere meglio protetti dal declino mnemonico e cognitivo che si verifica in età avanzata rispetto ai coetanei che prima del pensionamento hanno svolto lavori meno impegnativi dal punto di vista cognitivo. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Neurology e coordinato daFrancisca Then dell'Università di Lipsia in Germania. «Il nostro studio è importante perché suggerisce che il tipo di lavoro svolto nella vita produttiva può essere addirittura più importante per la salute della mente di quanto lo sia l'educazione ricevuta» afferma la ricercatrice, ricordando che l'istruzione è un ben noto fattore predisponente al rischio di demenza. Allo studio hanno preso parte 1.054 persone di età superiore ai 75 anni nelle quali ogni anno e mezzo per otto anni sono state misurate le capacità mnemoniche e cognitive con il Mini-mental state examination (Mmse). «In questo test clinico, un lieve calo in punti può indicare un deficit clinicamente rilevante» riprende l'autrice, che assieme ai colleghi ha incrociato i dati ottenuti con la storia lavorativa dei partecipanti considerando compiti quali la pianificazione del lavoro e delle attività, lo sviluppo di strategie e la risoluzione di conflitti. Al termine del follow-up i ricercatori hanno scoperto che le persone la cui professione prima del pensionamento prevedeva lo svolgimento di tutti e tre i tipi di attività avevano punteggi Mmse più elevati rispetto a quelle che avevano svolto attività meno impegnative in questo senso. «Interessante notare che in otto anni i soggetti più attivi hanno avuto un declino cognitivo pari alla metà di quello osservato nei partecipanti che avevano svolto lavori mentalmente meno stressanti» aggiungono gli autori. «Le sfide lavorative possono essere un elemento positivo, se chi le sostiene è in grado di accumulare riserve mentali da sfruttare a lungo termine» conclude Then.
Fonti:
Neurology. 2015 Apr 29. pii: 10.1212/WNL.0000000000001605
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