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Le ricerche di Gerona 2005

(10-06-15) La digossina si associa a un aumento del rischio di mortalità




La somministrazione di digossina si associa a un rischio elevato di mortalità, secondo una metanalisi pubblicata sull'European heart journal e coordinata da Stefan Hohnloser della Divisione di elettrofisiologia clinica alla J.W. Goethe-Universität di Francoforte sul Meno, in Germania. «Il farmaco è stato introdotto in clinica oltre duecento anni fa, e le due indicazioni principali al suo utilizzo sono il trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica in pazienti con ridotta funzionalità ventricolare sinistra e il controllo della frequenza nei pazienti con fibrillazione atriale» esordisce il ricercatore, sottolineando la presenza di dati contrastanti per quanto riguarda l'effetto della digossina sulla mortalità nei pazienti con i due disturbi, nonostante entrambe le indicazioni siano approvate da recenti linee guida. «Inoltre, la digossina ha una ristretta finestra terapeutica in parte legata a significative interazioni farmacologiche, e può causare danni se non attentamente somministrata misurandone con attenzione i livelli ematici» riprende il cardiologo, che assieme ai colleghi ha esaminato 19 studi sul farmaco, cui hanno preso parte oltre 235.000 pazienti con fibrillazione atriale e 91.000 con insufficienza cardiaca. «Con l'eccezione di uno studio randomizzato e controllato, tutti gli studi erano osservazionali» spiega il ricercatore, osservando che, in generale, c'è stato un aumento del 21% del rischio relativo di morte nelle persone che assumevano digossina. In particolare, l'aumento del rischio è stato del 29% nei partecipanti con fibrillazione atriale e del 14% in quelli con insufficienza cardiaca. «In tre studi che hanno incluso pazienti con fibrillazione atriale e con scompenso di cuore è emerso un aumento della mortalità del 28% nel gruppo fibrillazione atriale, ma nessun effetto significativo nel gruppo insufficienza cardiaca» riprende il cardiologo. Gli autori scrivono che la loro scoperta richiede studi randomizzati sulla terapia con digossina con particolare attenzione ai dosaggi da usare. «Fino a quando non saranno disponibili nuovi dati, la digossina andrebbe somministrata con grande cautela, monitorandone attentamente i livelli plasmatici, specie per il controllo della frequenza nella fibrillazione atriale» conclude Hohnloser.

Fonti:
Eur Heart J. 2015. doi: 10.1093/eurheartj/ehv143
doctornews33






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