(14-06-15) Con pregresso linfoma di Hodgkin il rischio cardiovascolare aumenta per decenni
Chi sopravvive al linfoma di Hodgkin deve affrontare decenni di aumentato rischio cardiovascolare, secondo un articolo pubblicato su Jama internal medicine, prima autrice Frederika van Nimwegen del Dipartimento di epidemiologia al The Netherlands cancer institute di Amsterdam. «È noto da tempo che nelle persone con pregresso linfoma di Hodgkin aumentano le probabilità di sviluppare cardiopatie, ma non è chiaro, tuttavia, né per quanto tempo il rischio persiste né quali siano gli eventuali fattori favorenti» spiega la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha verificato l'eccesso di rischio in termini di incidenza di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione generale fino a 40 anni dopo il trattamento del linfoma di Hodgkin. Allo scopo i ricercatori hanno esaminato retrospettivamente le cartelle cliniche di circa 2.500 pazienti olandesi posti in terapia per malattia di Hodgkin prima dei 51 anni di età. «Durante il follow-up, durato in media per vent'anni, oltre 1.700 eventi cardiovascolari si sono verificati in circa 800 pazienti» riprende l'autrice dell'articolo, sottolineando che rispetto alla popolazione generale i soggetti con Hodgkin avevano tre volte il tasso di incidenza di malattia coronarica e sette volte quello di scompenso cardiaco. L'aumento di rischio, che persiste anche dopo 35 anni in tutti i gruppi di età, è particolarmente alto tra i pazienti curati prima dei 25 anni con chemioterapia, ma è evidente anche dopo somministrazione prolungata di radioterapia mediastinica e antracicline. «I nostri risultati indicano che i sopravvissuti al linfoma di Hodgkin curati durante l'adolescenza o l'età adulta sono ad alto rischio per malattie cardiovascolari per decenni, se non per tutta la vita» concludono gli autori. E in un editoriale di commento Linda Overholser della Divisione di medicina interna all'Università del Colorado di Aurora sottolinea il ruolo chiave svolto dai medici di medicina generale nella cura dei sopravvissuti al cancro e afferma: «Questi dati aiutano i medici che seguono pazienti con pregressa malattia di Hodgkin a identificare i casi più a rischio: chi è stato curato in giovane età e chi ha subito trattamenti prolungati».
Fonti:
JAMA Intern Med. 2015. doi: 10.1001/jamainternmed.2015.1180
JAMA Intern Med. 2015. doi: 10.1001/jamainternmed.2015.1187
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