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Le ricerche di Gerona 2005

(22-06-15) Diabete, in aumento nei ragazzi le complicanze pericolose per la vita





Tra i ragazzi del Colorado, l'incidenza di complicazioni potenzialmente pericolose per la vita come la chetoacidosi al momento della diagnosi di diabete di tipo 1 è aumentata del 55% tra il 1998 e il 2012, portando gli autori di uno studio pubblicato su JAMA a concludere che in un crescente numero di giovani potrebbero verificarsi ritardi nella diagnosi e nel trattamento di questa forma di diabete. «La chetoacidosi diabetica già presente alla diagnosi di diabete di tipo 1 ha effetti negativi a lungo termine e può riflettere un ritardo nell'accesso alle cure sanitarie, o una loro minore qualità, dovuta magari a disparità di reddito» sostiene Arleta Rewers della Scuola di medicina all'Università del Colorado, prima autrice dell'articolo in cui i ricercatori hanno esaminato l'andamento della chetoacidosi diabetica alla diagnosi di diabete di tipo 1 tra il 1998 e il 2012 e i fattori associati all'evento. A conti fatti, gli autori hanno scoperto che la chetoacidosi alla diagnosi di diabete tipo 1 era presente in 1.339 di 3.439 partecipanti allo studio, ossia nel 39% dei casi. L'età media era 9,4 anni, il 54% erano maschi, e il 76% di etnia caucasica. «Ma a colpire di più è il numero di pazienti con chetoacidosi alla scoperta del diabete di tipo 1, aumentato in modo significativo dopo il 2007: 30% nel 1998, 35% nel 2007 e 46% nel 2012» riprende Rewers, rilevando che l'unica caratteristica modificatasi nel tempo è stata l'assicurazione, con la copertura pubblica aumentata dal 17,1% al 37,5% tra il 2007 e il 2012. Gli autori sottolineano che l'incidenza di chetoacidosi diabetica osservata nello studio è coerente con quella riscontrata nei paesi con scarso accesso alle strutture sanitarie e/o bassa qualità delle cure, ed è molto più alta rispetto alle percentuali segnalate in Canada o nel Regno Unito. «Alcuni dei fattori associati con chetoacidosi al momento della diagnosi sono potenzialmente modificabili, come per esempio la conoscenza dei sintomi diabetici da parte dei genitori del giovane paziente» aggiungono gli autori, concludendo che, viceversa, i fattori economici sono più difficili da modificare e che l'aumento dell'incidenza di chetoacidosi diabetica correla temporalmente anche con l'aumento della povertà infantile in Colorado, passata dal 10% al 18% tra il 2000 e il 2012.

FONTI:
JAMA. 2015; 313(15):1570-2. doi: 10.1001/jama.2015.1414
doctornews33

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