(26-06-15) Sciatica da ernia lombare, efficacia limitata con steroidi
Tra i pazienti colpiti da sciatica per un'ernia del disco lombare, un breve ciclo di steroidi orali determina, rispetto al placebo, un miglioramento modesto nella funzione motoria senza alcun sollievo dal dolore, secondo uno studio pubblicato su Jama. «Molti pazienti con radicolopatia acuta del nervo sciatico lamentano dolore con disabilità, e per chi non recupera rapidamente sono spesso necessarie procedure invasive come le iniezioni epidurali di steroidi e la chirurgia vertebrale» esordisce Harley Goldbergdella Kaiser Permanente Northern California e coautore dell'articolo, precisando che anche gli steroidi orali sono dotati di una significativa attività antiinfiammatoria, comportano meno rischi e sono meno costosi delle iniezioni epidurali di steroidi. «Gli steroidi orali vengono usati da molti medici di famiglia e sono inseriti in alcune linee guida cliniche, ma l'assenza di studi svolti su casistiche sufficientemente ampie di pazienti con da sciatica ne limita il razionale d'uso» riprende il ricercatore, che assieme ai colleghi ha selezionato 269 pazienti adulti con ernia discale lombare, dolore radicolare persistente da tre mesi o meno e una significativa riduzione dell'Oswestry Disability Index (ODI), scala per quantificare la disabilità da lombalgia. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere placebo oppure uno steroide orale a scalare in 15 giorni (prednisone orale a 60, 40 e 20 mg da assumere per cinque giorni a ogni dosaggio). Al termine dello studio i ricercatori hanno osservato nel gruppo prednisone un piccolo ma significativo miglioramento nella funzione motoria espresso da una modesta variazione del punteggio ODI a 3 e a 52 settimane, ma nessuna differenza rispetto al placebo nei punteggi dell'intensità del dolore agli arti inferiori. «Una motivazione importante per l'uso di steroidi orali è la potenziale riduzione della necessità di interventi invasivi, ma dai nostri dati non emergono differenze tra i gruppi in termini di chirurgia della colonna vertebrale a 52 settimane di follow-up» conclude Goldberg.
FONTI:
JAMA 2015. doi:10.1001/jama.2015.4668
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