(28-07-15) La malattia infiammatoria intestinale si associa a complicazioni della gravidanza
Secondo uno studio danese appena pubblicato su PLoS one, nelle donne incinte affette da malattia infiammatoria intestinale (Ibd) aumenta in modo significativo il rischio di una gestazione o di un parto complicati, solo in parte spiegati dall'uso di corticosteroidi sistemici. «Lo scorso 2010 l'European Crohn's colitis organisation ha pubblicato un documento sull'associazione tra malattia infiammatoria intestinale e sfera riproduttiva da cui emergevano dati discordanti e non conclusivi» esordisce Heather Boyd del Dipartimento di epidemiologia allo Statens serum institut di Copenaghen, che assieme ai colleghi ha analizzato una coorte di oltre 85.000 donne partecipanti al Danish national birth cohort study in stato di gravidanza tra il 1996 e il 2002, studiando le potenziali associazioni tra malattia infiammatoria intestinale, terapia farmacologica durante la gestazione e complicazioni della gravidanza e del parto quali preeclampsia, parto pretermine, basso punteggio di Apgar e presenza di anomalie congenite alla nascita. «Tra le gestanti in cura con corticosteroidi sistemici, la malattia infiammatoria intestinale si associa effettivamente a un rischio aumentato oltre sette volte di preeclampsia grave, e a probabilità più che triplicate di rottura prematura delle membrane (Prom)» spiega la ricercatrice. E nelle gestanti che non usano farmaci la malattia infiammatoria intestinale si associa a un rischio circa doppio di parto pretermine indotto dal medico e di neonati con Apgar minore di 5 a cinque minuti dalla nascita. Inoltre, i dati presentati dai ricercatori danesi indicano che il morbo di Crohn, ma non la colite ulcerosa, si associa a probabilità all'incirca raddoppiate di gravi anomalie congenite. «I nostri risultati suggeriscono che la malattia infiammatoria intestinale è strettamente legata a un rischio di grave preeclampsia, Prom e parto pretermine indotto, complicazioni in gran parte associate all'uso di steroidi» commenta Boyd. E conclude: «Ma la presenza delle medesime complicazioni, oltre che di anomalie congenite per il morbo di Crohn, anche nelle gestanti che non usano steroidi suggeriscono che la malattia infiammatoria intestinale giochi un importante ruolo nelle complicazioni di gravidanza e parto».
FONTI:
PLoS One. 2015. doi: 10.1371/journal.pone.0129567
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