(08-08-15) Effetto placebo: non solo confronto con farmaci, ma cura vera e propria
L'effetto placebo, un evento che si verifica quando i pazienti mostrano un miglioramento per cure che non contengono principi attivi, è usato da secoli per alleviare il dolore e altri sintomi oltre che negli studi clinici per testare nuove terapie, ma la biologia sottostante è stata oggetto di attenzione solo in tempi recenti. E un articolo pubblicato sulla rubrica Perspectives del New England journal of medicine propone che il placebo sia più spesso considerato come parte delle cure mediche per alleviare i sintomi degli ammalati. «Una quantità significativa di studi ha portato a cambiare la concezione di placebo come cura finta usata solo come metro di confronto con il vero trattamento, riconoscendo che l'effetto placebo racchiude in sé numerosi aspetti di assistenza sanitaria centrali per la medicina e la cura del paziente» scrive il coautore dell'articolo Ted Kaptchuk, direttore del programma di studi placebo al Beth Israel Deaconess medical center (Bidmc) e professore di medicina alla Harvard medical school. Nel 2001 il New England journal of medicine ha pubblicato una metanalisi da cui emergeva che l'effetto placebo era di scarso significato clinico. «Oggi invece, ben quattordici anni dopo, possiamo affermare che il placebo rende ancora di più la medicina una professione mirata alla guarigione del paziente» aggiunge il ricercatore, sottolineando che l'effetto placebo non è necessariamente una cura, ma di certo fornisce sollievo in situazioni mediche in cui nessun trattamento è disponibile: in questi casi un'attenta assistenza sanitaria di supporto aiuta i pazienti a stare meglio, e quando esistono farmaci efficaci, il placebo può migliorarne l'impatto. Gli autori dell'articolo definiscono l'effetto placebo come un sollievo dai sintomi che deriva dall'incontro del paziente con il medico e con i simboli della sua professione compreso il diploma di laurea ben visibile sulla parete dello studio. Ma, soprattutto, l'effetto placebo deriva dall'interazione medico-paziente. «L'effetto placebo può aumentare in modo notevole l'efficacia delle terapie farmaceutiche, come dimostrano gli studi nei soggetti con malattia dell'intestino irritabile o con emicrania episodica» prosegue Kaptchuk, ricordando che il medico stesso può creare un effetto placebo attraverso la sua empatia e il suo sostegno. «Negli ultimi dieci anni un numero sempre maggiore di ricerche ha fornito prove convincenti che l'effetto placebo è saldamente radicato alla neurobiologia, individuando non solo neurotrasmettitori e vie cerebrali neurali, ma anche marcatori genetici che contribuiscono a spiegare la biologia del placebo» scrivono gli autori, precisando che gli studi clinici su emicrania, asma, dolore cronico e sindrome dell'intestino irritabile hanno dimostrato l'importanza del ruolo del placebo nel contribuire ad alleviare i sintomi di queste condizioni spesso debilitanti. «Inoltre, i fattori psicosociali che sostengono il potenziale terapeutico dell'effetto placebo, ne delineano anche le possibili conseguenze negative, note come effetto nocebo» rammenta il ricercatore, spiegando che non di rado, i pazienti percepiscono come effetti collaterali dei farmaci sensazioni che in realtà sono causate dalle anticipazioni degli effetti negativi. «Di conseguenza, trovare il modo di modo di bilanciare la piena divulgazione dei potenziali effetti negativi dei farmaci con il desiderio di evitare l'effetto nocebo è un problema urgente di assistenza sanitaria» conclude Kaptchuk.
FONTI:
N Engl J Med. 2015; 373(1):8-9. doi: 10.1056/NEJMp1504023
doctornews33
News
In evidenza
"L'informazione presente nel sito serve a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente."
Per coloro che hanno problemi di salute si consiglia di consultare sempre il proprio medico curante.
Informazioni utili
-
Ricette a zona
-
Tabelle nutrizionali
-
Tabella composizione corporea
-
ABC della nutrizione